La simpatia e l’empatia ci portano a difendere gli animali, pensiamo sia necessario avere rispetto per loro, non farli soffrire inutilmente, non sottoporli a torture.
Più ci sono affini, come lo sono tutti i mammiferi, e più questi principi dovrebbero essere intangibili: torturare un animale rappresenta un fatto inaccettabile!
Poi però ci sono animali per i quali la simpatia scema fino a scomparire: in parte li consideriamo delle pestilenze, in altra parte magari ci ributtano e in ultimo non pensiamo o non vogliamo credere che abbiano capacità di provare dolore. Un essere ributtante anche se ci è affine non può provare dolore e comunque, anche se lo provasse, è prioritario nel giudizio il fatto che sia ributtante, dannoso, sporco. Proprio come quel musino con gli occhi vispi e l’aria furbetta della foto, che altro non è che un ratto.
Difficile poter difendere un ratto, un animale dannato, portatore della peste, divoratore di raccolti, causa di danni per milioni e milioni di euro a causa della sua abitudine di rosicchiare i cavi telefonici, delle reti dati e quant’altro l’uomo posa in angoli poco frequentati. Bisogna difendersi dall’invasore a qualsiasi costo e poco importa se per farlo dobbiamo anche fare delle cose orribili.
Questa è davvero la parte inaccettabile della lotta ai topi: quella che non porta solo la morte, ineluttabile, dell’animale, ma il fatto che questa morte venga ottenuta a prezzo di una sofferenza indicibile, con un’agonia che può durare ore o giorni, inumana e crudele. I topi non vengono solo sterminati con le trappole a scatto, che quasi sempre li ammazzano sul colpo, o con i veleni rodenticidi, certamente non indolori perchè provocano nella maggior parte dei casi emorragie interne e claustrofobia, per far si che i topi vadano a morire all’esterno.
I topi avvelenati quando morenti escono all’esterno sono spesso predati diventando involontarie cause di ulteriore avvelenamento di animali come gufi, allocchi, volpi, donnole.
Il più crudele dei sistemi è quello delle trappole costituite da supporti cosparsi di una colla che non asciuga e che blocca il povero roditore, e non solo, su un’assicella dove dovrà inutilmente dibattersi, provare angoscia e soffrire, sino a morire d’infarto o di inedia: se questo tipo di pratica venisse usata su un altra specie animale in modo sistematico ci sarebbero già state crociate, petizioni e proteste, ma questi son topi, mammiferi intelligenti che però non importa quasi a nessuno se soffrano o meno, né se esistano metodi meno crudeli per ucciderli.
Sicuramente il risultato non cambierebbe, sempre di morte si tratta, ma voi, potendo scegliere, preferireste morire in un secondo o avere un’agonia lunga come quella di una persona crocifissa?
In queste trappole restano invischiati tutte le specie animali e anche per questo dovrebbero essere bandite, come dovrebbe essere vietato il commercio del vischio e di tutte quelle sostanze che hanno impiego solo nel bracconaggio o nella creazione di trappole. L’adesivo è incredibilmente forte e la sua rimozione purtroppo non è facile, neanche presso un centro veterinario.
Queste trappole sono solo un maltrattamento per gli animali, a qualsiasi specie appartengano: anche i topi hanno diritto alla nostra compassione e bisognerebbe finanziare studi per produrre sistemi che almeno riducano al minimo la sofferenza che precede la morte.
Nel frattempo che almeno siano bandite le trappole a colla, sia vietata la crudeltà. Usarle può esporre a una denuncia per maltrattamento di animali ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice Penale, che punisce il maltrattamento degli animali, ma la loro vendita, come quella dei collari elettrici è libera.
Lo scorso agosto ho trovato in campagna una gatta adulta che si era miracolosamente liberata dal vischio. Era in condizioni disperate: pelata e sanguinante con tendini e ossa delle zampe posteriori in vista. È stato molto difficoltoso togliere i residui di vischio da quel povero corpo che pesava solo più sette etti, sicuramente era rimasta “invischiata” a lungo, completamente disidratata. Volevo dire questo perchè in queste micidiali trappole possono rimanerci anche i nostri più cari pelosi.
Queste trappole sono assolutamente da VIETARE.
Purtroppo il materiale vischioso è sempre pericoloso e mai selettivo. Colpisce animali di tantissime specie ed è veramente una crudeltà indicibile. Grazie della testimonianza, perchè tutto quello che non riguarda solo i topi certo ha maggior attenzione.
È una cosa disumana è crudele infliggere dolore lento e costante, per quanto mi riguarda andrebbero bandito ogni tipo di trappola…
L’uomo è l’unico essere ad aver perso l’istinto per sostituirlo con i pregiudizi. Tutti, nel nostro piccolo, ne abbiamo e la nostra stessa cultura contribuisce a bollare alcuni animali come “reietti” sulla scia di tradizioni e credenze popolari.
Pregiudizi che come sempre nascono dall’ignoranza e dal rifiuto di riconoscere una realtà scomoda.
Come tutti avevo i mie pregiudizi, provavo repulsione per piccioni, topi, rettili e insetti ma finalmente, meglio tardi che mai, ho avuto e sto avendo tutt’ora l’occasione di conoscere, toccare e imparare da queste creature. Ho avuto la fortuna di poter affrontare i miei pregiudizi e riconoscerli per la meschinità che rappresentano. Ho imparato a guardare ogni animale non per come appare ma per quello splendido miracolo di vita che è. Guardo un topo, un serpente o un ragno, toccandoli solo se è necessario e non causa loro fastidio, e sento vibrare dentro di loro quel mistero che conduce un mucchietto di molecole organiche a crescere, muoversi, riprodursi e pensare. Sento la vita e sono felice.
Tutto nella vita è fatto di compromessi, di gradazioni e sfumature e il rapporto fra umani e animali non ne è esente così abbiamo chi considera questi piccoli fratelli come meri oggetti, chi ama una specie in particolare, chi rispetta ogni essere vivente ma non può fare a meno di alcuni distinguo, chi ama incondizionatamente ogni anima su questo pianeta. E’ solo una questione di passi, di gradini che ognuno di noi può scegliere di affrontare o meno. Non giudico chi ha pregiudizi e non mi metto su un piedistallo, nella mia vita ho così peccato in torti contro umani e animali da non avere diritto di sentirmi migliore degli altri, ma vorrei tanto che la gente imparasse a sentire la vita che ci circonda invece di limitarsi a vedere le differenze che ci distinguono.
Topi, serpenti, insetti e altri animali considerati infestanti e ripugnanti non meritano di morire e tanto meno di soffrire atrocemente affinché il nostro “problema” del momento venga risolto. Non possiamo risolvere tutti i nostri problemi uccidendo o almeno dobbiamo avere l’onestà morale di provare soluzioni alternative lasciando la morte come ultima, disperata opzione. La morte, non la sofferenza. Perchè se la morte, l’eutanasia, in certi casi può essere considerata un’estrema e dolorosa forma di rispetto per umani e non, infliggere sofferenza è solo il concretizzarsi della parte peggiore di noi. Giustificarla con l’asserzione che “sono solo animali” è pura ipocrisia. Fare distinzioni fra una specie e l’altra su quale sia passabile di essere soppressa e quale invece meriti attenzione è solo il frutto di giudizi e simpatie soggettivi che non colgono l’unico dato oggettivo: sono tutti esseri viventi.
Mi rendo conto che non è possibile cambiare la mentalità di tutte le persone e tantomeno è immaginabile di obbligarle ma iniziare da piccoli passi nella giusta direzione può guidare le generazioni future. Chiedere di non uccidere le varie “pesti” e di limitare la possibilità di “danni collaterali” che coinvolgano altri animali più “piacevoli” può sembrare un’utopia e pretendere “solo” che venga bandita la sofferenza può sembrare poco ma… tutto è fatto per gradi, tutto ha inizio dal piccolo.
Informare. Educare. Convincere.
Le trappole con la porticina sono sicure per i topini? Dopo quanto vanno lìberati? Una notte è troppo? Ne ho uno in macchina… Grazie
Le trappole con la porta che si chiude sono in genere sicure. Qualsiasi animale meno sta imprigionato e meglio è, ma comunque una notte, specie se è in un luogo tranquillo, non dovrebbe creare grossi problemi.
Grazie, speriamo bene. Per adesso si sta mangiando il formaggio senza far scattare il meccanismo. È molto piccolo, forse una arvicola? Per sicurezza gli ho messo una vaschetta d’acqua che non ci muoia di sete.
Fatto! Era una arvicola (non un topo) La ho liberata presso una casa abbandonata, si è infilata subito in un mucchio di foglie. Oggi vado a dormire soddisfatto. Non capitava da tempo.
Molto bene! L’arvicola sarà stata sicuramente molto contenta delle attenzioni!
Poveri topini quando li vedo in agonia a volte anche per strada ma non c’è un rimedio per ucciderli meno sofferente?
Purtroppo verso i topi non abbiam nessun senso di pietà, quindi usiamo veleni non rapidi, che causino claustrofobia e spingano i topi a uscire all’esterno, per evitare la putrefazione dei cadaveri in ambienti chiusi. Probabilmente, anche se è orribile, la trappola a scatto che spezza la spina dorsale del topo, è la meno disumana. Certo le tavolette collose, dove gli animali muoiono d’inedia dopo una lenta agonia, sono davvero la peggior morte che si possa dare a un topo, per durata e sofferenza.