Secondo Animals Asia in questo momento ci sono più di 10.000 orsi prigionieri in Cina nelle tristemente note “fattorie della bile”, mentre più di 1.200 esemplari sono prigionieri in Vietnam. Sono quasi tutti “orsi della luna”, meglio conosciuti come orsi dal collare, ma non mancano orsi bruni e orsi del sole. Il motivo di questa prigionia è dato dall’acido ursodesossicolico che è il principale acido biliare degli orsi. Nella farmacopea orientale questo componente è ritenuto miracoloso per una serie di patologie, anche di natura tumorale: per questo esistono questi campi di prigionia, dove mediante metodi invasivi viene raccolta la bile degli orsi. Nella quasi totalità dei farmaci impiegati in occidente l’acido ursodesossicolicolico è sintetico ed è ricavato in laboratorio.
ATTENZIONE: il resto dell’articolo contiene foto che potrebbero urtare la vostra sensibilità, però non fermatevi: la conoscenza è indispensabile e non sono state inserite, volutamente, foto cruente.
Le condizioni di vita degli orsi nelle fattorie della bile rappresentano una vera tortura per gli animali, costretti in gabbie di piccolissime dimensioni, alimentati in modo innaturale per limitare gli effetti del continuo drenaggio della bile e obbligati a vivere in quelle condizioni per un periodo molto lungo, considerando che la vita di un orso può avere una durata di 30 e più anni.
- Un orso con un apparato permanente per consentire l’estrazione della bile.
- Le operazioni di prelievo della bile operate da parte di personale specializzato.
- La disperazione di un plantigrado che cresce giorno dopo giorno, fino alla salvezza, rappresentata dalla morte.
- Le strutture di cattività degli orsi, ordinate in capannoni alimentano la loro follia.
Grazie al lavoro di Animals Asia oggi esiste una possibilità, concreta e possibile, per salvare tantissimi orsi sfruttati in una fattoria della bile che viene descritta così: “Peace by Piece“ è il nuovo progetto di Animals Asia per salvare e riabilitare oltre 130 orsi nella città di Nanning, in Cina. Questi animali sono stati detenuti in condizioni orribili per l’estrazione della loro bile, rinchiusi in gabbie minuscole spesso fino dalla nascita”.
Il nome del progetto è evocativo e nel suo titolo è contenuta la volontà dello smantellamento totale di questo lager a significare la “pace” che troverà lo spirito degli orsi grazie al progressivo smantellamento di questa fattoria della bile e alla sua trasformazione in un santuario, dove gli animali potranno concludere la loro vita in una situazione di benessere.
E’ importante sottolineare che questo progetto vede coinvolto il governo della Cina e questo è il segno di un cambiamento di rotta davvero importante: piccoli semi sparsi sul terreno della conoscenza generano idee che possono fare la differenza: meglio un incontro produttivo di risultati che uno scontro che arricchisce l’ego dei “duri e puri”, ma non cambia la realtà delle cose per gli animali.
Gli orsi sono fra gli animali che patiscono maggiormente la cattività in strutture come circhi e zoo ed è facile pensare che cosa debba essere la loro vita trascorsa in condizioni di prigionia davvero incompatibili con ogni idea di dignità e benessere. Farli vivere così è ingiustificabile sotto ogni profilo etico, ancor più oggi che l’acido ursodesossicolico è un prodotto ottenibile per sintesi.
Il lavoro di Jill Robinson, fondatrice di Animals Asia, ha consentito non solo di svelare una tristissima realtà ancora sconosciuta a molti ma ha permesso di ottenere cambiamenti legislativi ed una costante diminuzione del numero di orsi prigionieri, anche grazie a una rete di rapporti con i governi interessati.
I progetti realizzati non solo con passione, ma anche e soprattutto con grande professionalità, meritano di essere sostenuti: il contributo che vorrete dare sarà un piccolo indennizzo alle enormi sofferenze di questi animali, un aiuto a un progetto che garantisce loro un futuro diverso, ma anche un meritato riconoscimento al lavoro di Jill Robinson e del suo team.
Sono tanti i motivi per aiutare Animals Asia: per farlo vi basta un click su questo link: Peace by Piece.
La storia di Jill Robinson mi è nota da tanti anni e rappresenta un esempio straordinario di come la determinazione e la capacità di costruire un progetto a lungo termine – passando dalla negoziazione e dalla comunicazione – siano il solo principio per cambiare radicalmente la vita di migliaia di animali sofferenti per mano dell’uomo.