La gabbianella e il gatto, Sepùlveda è volato via per sempre a causa del Covid19

La gabbianella e il gatto è il film tratto dal bellissimo libro di Luis Sepùlveda “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare“. Un libro ricco di poesia, indimenticabile, che ha accompagnato la vita di milioni di persone, commosse da una storia che certo non è (soltanto) per bambini.
La vita di Luis Sepùlveda è il racconto di un uomo che non ha mai smesso di combattere per i diritti, per la democrazia, per un mondo migliore. Nato in Cile nel 1949 è rimasto nella sua terra sino al colpo di stato di Augusto Pinochet. Che nel 1973 cancellò la nascente democrazia cilena guidata da Salvador Allende. Arrestato, processato e alla fine esiliato lo scrittore ha sempre avuto una vita avventurosa.
Vicino ai temi ambientali Luis Sepùlveda ha trascorso anni imbarcato sulle navi dell’organizzazione ecologista Greenpeace. Forse proprio grazie a questi trascorsi, vivendo in mare, ha potuto conoscere i danni dell’inquinamento all’ambiente marino casati dal petrolio. Nel 1996 viene pubblicato uno dei suoi libri di maggior successo, fra i tanti scritti durante una carriera estremamente prolifica.
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare è un racconto pieno di empatia
Tutto comincia con una chiazza di petrolio, che imbratta un gabbiano che riesce fuggire dalla “peste nera”, come viene definita dagli uccelli del mare la sostanza oleosa. La gabbiana, Kengah, riesce a liberarsi dal liquido che la avvolge e, seppur contaminata, raggiunge in volo Amburgo. Più precisamente raggiunge il terrazzo di una casa abitata, fra gli altri dal gatto Zorba. Dal quale Kengah, dopo aver deposto un uovo, si fa giurare tre cose: che non mangerà l’uovo, che si prenderà cura del pulcino e che -proprio il colmo per un gatto- gli insegnerà a volare.
Una storia di questo tenore poteva essere raccontata solo da un autore dotato di grande fantasia e con una sconfinata empatia. Difficile infatti immaginare che due mondi così lontani, quello di un felino, in perenne lotta con il popolo volatore, e di un gabbiano potessero trovare un punto di contatto. In nome solo dell’empatia, del riconoscimento dei bisogni dell’altro, in un universo magico.
Così, nel tentativo di salvare Kengah il gatto Zorba corre al porto, per incontrare Diderot. Un felino dalla cultura enciclopedica, dal nome molto appropriato. Una volta saputo che per togliere il petrolio fosse sufficiente della benzina Zorba se la procura, grazie all’aiuto di Segretario e Colonnello. Due gatti amici per la pelle che lo aiuteranno in tutta la difficile impresa di rispettare la promessa. Quella di far volare la gabbianella battezzata Fortunata.
La gabbiana Kengah però non si salva, il petrolio l’ha uccisa prima di poter essere ripulita
Al loro ritorno Kengah sarà però trovata morta, non ce l’ha fatta a salvarsi dalla peste nera. Così a Zorba e ai suoi amici non resterà che occuparsi della gabbianella, che da lì a poco nascerà. Dando vita a storie a tratti allegre, altre malinconiche per arrivare poi al finale dell’avventura. Che è meglio non svelare a chi ancora non ha letto il libro o visto il film.
Ora un’altra peste nera, il Covid19, si è portato via un fantastico scrittore per la morte del quale sta piangendo il mondo. Rendendo, in questo momento, ancora più triste la sua scomparsa, avvenuta a Oviedo il 16 aprile, dopo settimane di ricovero. Un lungo trascorrere di giorni che non sono bastati per tenere con noi, ancora per un poco, un uomo davvero molto speciale.
Attenzione: pulire gli animali imbrattati dal petrolio è un’attività complessa che deve essere fatta presso centri specializzati. Non seguite l’indicazione del gatto Diderot quindi: la benzina può uccidere un animale, non salvarlo. Quella di Sepulveda è stata una scorciatoia narrativa, non un reale suggerimento.