Bisogna smettere di acquistare cani dai trafficanti

Bisogna smettere di acquistare cani dai trafficanti di cuccioli che si arricchiscono proprio sul maltrattamento degli animali, approfittando di norme che non sono servite a stroncare il mercato illegale.

Secondo un recente rapporto sul traffico di cuccioli realizzato da LAV, che ha pubblicato un manuale aggiornato per agevolare i controlli (scarica qui), nel nostro paese entrano circa 8 mila cuccioli illegali ogni settimana.

Questo significa che 47 cuccioli ogni ora varcano il nostro confine per disperdersi nei mille rivoli del commercio di questi animali, fatto di venditori completamente abusivi, di furbetti che si spacciano per allevatori amatoriali, di cittadini stranieri che si pagano le vacanze piazzando qualche cucciolo e di molti negozianti che rappresentano la zona grigia del traffico.

A distanza di tanti anni da quando il fenomeno è iniziato a comparire in Italia, parliamo degli anni ’90, la realtà non è migliorata, nonostante nuove norme nazionali e comunitarie, tutte di difficile applicazione, con grandi strappi che consentono ai trafficanti di salvarsi troppo spesso e con sanzioni ridicole in proporzione al guadagno. Anzi il traffico è aumentato per volumi di animali e per i fiumi di denaro che sposta.

Dopo anni di inchieste sulla tratta dei cuccioli (guarda qui l’inchiesta) fatte in tanti paesi europei, contribuendo a dimostrare maltrattamenti, traffici illegali, complicità negli organi di controllo e dando conto dell’enorme flusso di danaro che questo traffico assicura sembra di essere sempre a punto zero.

Sono aumentati i paesi che “producono” i cuccioli come se fossero macchine e se una volta era l’Ungheria la nazione da cui passava tutto il traffico ora i numeri si sono allargati con l’entrata di Slovacchia, Polonia e ultimamente anche della Romania. Ma se continua così altri stati si aggiungeranno, considerando i guadagni.

La normativa comunitaria è principalmente di natura sanitaria e ha come scopo principale il contrasto della rabbia, uno zoonosi mortale anche per l’uomo. Ma prima o poi questi traffici rischiano di diffonderla nuovamente anche negli stati europei che l’avevano debellata. Un rischio concreto che preoccupa solo a parole, visto che non si pensa di stringere davvero la morsa sui trafficanti.

Da anni la normativa comunitaria dovrebbe diventare molto più restrittiva, con parametri che non consentano interpretazioni sull’età dei cuccioli, che spesso varia di alcune settimane rispetto al dichiarato, ma con difficoltà di poterlo dimostrare in un’aula di tribunale. Uno di questi potrebbe essere quello di consentire la movimentazione dei cuccioli solo dopo la comparsa dei molari, restando fermi gli altri obblighi sanitari.

Per far questo ci vuole una volontà comune, un fronte che si batta contro le fabbriche dei cuccioli, i maltrattamenti e i rischi sanitari, gravissimi, anche per l’uomo. Ora questo fronte non è sufficientemente compatto e così si affonda nella palude dei tempi morti e delle decisioni non prese, sotto la pressione dei troppi interessi economici che la tratta muove.

Nel frattempo, come fenomeno collaterale, i nostri canili sono pieni: troppi cuccioli di razza acquistati, pochi cani adottati nei canili. Una cultura del nostro rapporto con i cani che deve essere oggetto di modifiche: non più animali oggetto, ma animali con diritti e uomini con doveri.

La sconfitta del randagismo passa anche da questo. Bisogna smettere di acquistare cani dai trafficanti, ci vuole maggior rispetto. Arricchire organizzazioni criminali è un comportamento irresponsabile, come quello di comprare animali attraverso internet solo per l’idea di riuscire a risparmiare qualche euro.

Gli animali non si comprano mai attraverso i siti di annunci e ogni giorno non solo i maltrattamenti ma anche le fregature sono in agguato: cuccioli che non arrivano mai con venditori che spariscono non appena versato l’acconto, finti allevatori che consegneranno cani di dubbia provenienza, con il rischio di essere coinvolti in qualche inchiesta e cani che potrebbero morire dopo poche ore perché venduti malati. Acquistare animali così danneggia tutti, tranne i trafficanti.

 

 

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