Un esemplare di ghepardo detenuto in una gabbia ai limiti della possibilità di vita.

Un esemplare di ghepardo detenuto in una gabbia ai limiti della possibilità di vita.

Cosa ci può essere di maggiormente mortificante di un’immagine che ritrae un anello fondamentale della biodiversità ridotto in una gabbia angusta: uno strumento di mortificazione della dignità di un grande predatore che, di conseguenza, è un bio regolatore.

Questa foto deve far riflettere sull’arroganza della nostra specie, che non ha rispetto per gli animali, ma anche per l’ottusità che è insita nel nostro comportamento: ancora non abbiamo capito come si possa regolare il mondo della natura eppure ci sentiamo padroni del creato. Piano piano, anello dopo anello, gli uomini si stanno mangiando le gambe dello sgabello che li tiene in equilibrio sul patibolo, quando hanno il cappio stretto al collo.

Problema è che in questo caso la scelta scellerata la pagheranno le prossime generazioni, quelle che colpe al momento non hanno; questo grazie alla cupidigia di chi doveva essere il sacro custode del mondo che aveva ricevuto in prestito, per trasferirlo ai suoi eredi.

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