La maleducazione umana soffoca l’ambiente riempiendolo di plastica e altri rifiuti. Senza dimenticare gli sversamenti di sostanze tossiche e nocive messe in atto dalle organizzazioni criminali.
I giornali di tutto il mondo titolano che il mare è pieno di plastica, di ogni forma, colore e dimensione. Soffoca gli oceani, inquina i mari e soprattutto uccide le creature marine che, scambiando la plastica per cibo, la mangiano.
La plastica è diventata un problema planetario, passando dall’essere un materiale utile alla vita dell’uomo, con tutte le sue forme e gli infiniti impieghi, sino a divenire l’incubo che sta uccidendo l’ambiente, causando danni incalcolabili. Tutto vero quello che si dice della plastica, ma non è pericolosa di per se o, perlomeno, molto meno di quanto possa sembrare leggendo i media.
L’uso delle plastiche crea molte problematiche dovute a vari fattori, non ultimo il tempo di degradazione molto lungo e la corrosione che porta al rilascio di micro e nano particelle, che finiscono per entrare nell’organismo di tantissimi esseri viventi. Fino all’uso poco intelligente di queste particelle in cosmetici e altri prodotti, per non parlare del ciclo produttivo, che genera scorie e rifiuti tossici a causa della sua derivazione dal petrolio.
Rispetto ad altri prodotti, come ad esempio il vetro, il danno che può provocare in ambiente è infinitamente più alto. Ma sembra che si trascurino le cause dell’inquinamento provocato dalla plastica, in buona parte dovute alla maleducazione umana, che soffoca l’ambiente.
Siamo noi a inquinare il pianeta
Ancora una volta i responsabili non sono i materiali in se, quanto i nostri comportamenti nella gestione. I rifiuti dispersi sono la dimostrazione di quanto la trascuratezza, la maleducazione e la stupidità umana siano le cause, rappresentino il motivo di questo avvelenamento ambientale, in modo molto rilevante.
Se i materiali plastici hanno invaso l’ambiente naturale è perché noi li abbiamo buttati e li gettiamo ogni giorno, per colpevole ignoranza o semplice maleducazione. Solo perché non ci soffermiamo a pensare che impatto possono avere i nostri comportamenti.
La plastica che uccide i cetacei, quella che sta provocando un numero in crescita di spiaggiamenti, in particolare di capodogli, è quasi sempre costituita da sacchetti di plastica, usati e poi dispersi in ambiente. Forse per un refolo di vento, forse per la pigrizia di non portarli a casa.
Il nostro circostante è pieno di bottiglie e flaconi, di sacchetti, di bicchieri e piatti, di tappi ma anche -specie nelle zone agricole- di pezzi dei teli delle serre, dei sacchi dei fertilizzanti, degli pneumatici arrivati a fine carriera. Per non parlare dei palloncini che a milioni vengono fatti volare durante tutti i giorni dell’anno, in manifestazioni, sposalizi e feste. Portano in cielo i colori e l’allegria e ricadono come un rifiuto che sarà causa di morte per molti animali.
L’importanza del riuso e del riciclo
La maleducazione umana soffoca l’ambiente e questa è una certezza. Lo dimostrano le sule di Portovenere, in Liguria, costrette a fare il nido sulla tolda delle barche, utilizzando per la costruzione pezzi di plastica e reti da pesca (guarda qui), che trovano con facilità nell’ambiente. Lo dimostrano i capodogli che si riempiono lo stomaco di sacchetti di plastica scambiati per meduse o calamari, mentre non sono cibo ma una causa di morte.
Lo dimostrano i contenuti degli stomaci degli animali trovati morti, che spesso contengono quantità di plastiche impressionanti. Non prendiamocela quindi solo con la plastica: è la maleducazione dell’uomo che soffoca l’ambiente, la nostra indifferenza. Sempre pronti a piangere la morte di un capodoglio dimenticando, però, di preoccuparci di come gestiamo i nostri rifiuti, dei nostri acquisti, di cercare di limitare l’uso della plastica e di non abbandonarla mai.
Per avere una conferma della nostra maleducazione basterà sollevare i coperchi dei bidoni della raccolta differenziata che si trovano in ogni condominio. Sarà facile trovare la conferma di quanto la maleducazione e il disinteresse la facciano da padrone, ogni giorno.