Lotta al randagismo creativa messa in atto dal Comune di Adrano che, senza tenere conto di regole e disposizioni di legge, decide di adibire un appartamento a canile per ridurre le spese di custodia degli animali.
Potrebbe sembrare una barzelletta ma sembra proprio che non sia così, visto quanto pubblicato dal giornale online MeridioNews in un articolo che illustra come il comune abbia pensato di risolvere il problema dei costi legati alle conseguenze del randagismo (leggi qui) attivando un canile in un appartamento.
«È stato portato ufficialmente alla luce il canile abusivo creato presso l’autoparco comunale – scrivono in una nota congiunta Enpa e Lav -. Una realtà ambigua e irregolare, nata come stallo temporaneo post sterilizzazione, di fatto si è trasformata nell’ennesima violazione delle norme vigenti e della tutela degli animali, costretti loro malgrado a stazionarvi mesi. Sono 21 – proseguono le associazioni – i cani detenuti all’interno di un appartamento di proprietà dell’amministrazione comunale, chiusi all’interno delle stanze, anche nel bagno, che abbiamo trovato allagato durante il sopralluogo, sembra per un guasto presente da tempo». (tratto da MeridioNews)
Il Comune di Adrano parrebbe aver quindi illecitamente adibito un appartamento di proprietà del comune, in barba a ogni normativa comprese quelle che proprio lo stesso comune è preposto a far rispettare. Una cosa non da poco visto che le autorizzazioni per attivare un canile devono essere date proprio dal Sindaco, sentito il parere dell’ASL competente per territorio.
Stufi di dover mettere a bilancio 100.000 Euro per il mantenimento dei randagi e non essendo in grado di studiare iniziative che potessero contribuire a combattere davvero il randagismo gli amministratori di Adrano han pensato, evidentemente, che le leggi valgano solo per i comuni cittadini e non per le amministrazioni. Chi controlla ha un diverso potere da chi è oggetto di controlli, il cittadino appunto: questa la morale che si trae dalla vicenda.
I fatti di Adrano dimostrano ancora una volta due realtà: i costi che causa la non gestione del “fenomeno randagismo”, quando si pensa di risolverlo solo mettendo i cani randagi nei canili, e l’incapacità di pensare a politiche efficaci di medio lungo periodo. Con tutti i soldi che le amministrazioni spendono per la gestione nei canili dei cani randagi si potrebbero fare molte cose, se ci fossero piani regionali intelligenti.
Episodi come questo mettono in cattiva luce le amministrazioni, minano il rapporto di fiducia che i cittadini devono avere con chi li amministra e creano situazioni illegali che potrebbero anche causare maltrattamenti agli animali, tenuti in condizioni non idonee. Per questo ben han fatto le associazioni a far emergere la situazione illegale e ora ci si aspetta un deciso intervento del Prefetto e dell’ASL.
Sterilizzazione, gestione dei cani padronali lasciati liberi di vagare e una stretta regolamentazione del commercio, per limitare gli acquisti di impulso, sono gli unici provvedimenti che possano contribuire a una contrazione di un fenomeno fuori controllo come quello del randagismo.
La lotta al randagismo creativa messa in atto dal Comune di Adrano certo non contribuirà a risolvere il problema.