
Sette vite come i gatti di Letizia Palmisano racconta come ridare valore agli oggetti. Promuovendo proprio l’economia circolare che è basata su due principi cardine: riuso e riciclo. Due concetti semplici ma fondamentali per cercare di inveritire con consapevolezza la rotta, sapendo che il miglior rifiuto resta sempre quello non prodotto. Per questa ragione il riuso, che sia quello dei contenitori per arrivare all’abbigliamento o ai prodotti tecnologici, è certamente la via maestra, consentendo di prolungare la vita delle cose.
Pur essendoci materiali riciclabili all’infinito, come acciaio, alluminio e vetro, resta sempre il punto di caduta. Rappresentato dal fatto che per riciclare occorre energia e spesso anche molta acqua. Per questo sarebbe sbagliato far passare il messaggio che il riciclo delle cose sia la miglior pratica, che assolve tutte le nostre coscienze dal peccato del consumismo. Occorre consumare meno, riusare di più e non seguire le mode che ci vorrebbero, per esempio, con armadi da riempire a ogni cambio di stagione.
Se oggi la sensibilità verso i valori come ecologia, tutela ambientale, riciclo e riuso è molto cresciuta è altrettanto vero che le persone vengono spesse bombardate con messaggi non veritieri, falsi. Tingendo e dipingendo di verde operazioni che verdi non lo sono proprio. Su questo tema bisogna sperare che presto la Comunità Europea metta un limite alle imprese, vietando comportamenti pirateschi ancor oggi all’ordine del giorno. Non consentendo più di spacciare per green operazioni che lo sono solo nel claim pubblicitario.
Sette vite come i gatti di Letizia Palmisano traduce in concetti facili pratiche che possono apparire complesse
Fil rouge del libro è il riuso di oggetti per ridurre lo spreco e aumentare il ciclo di vita di un prodotto: dagli abiti, ai mobili, passando per libri e giocattoli, ma non solo. Si parla anche di ciò che può sembrare a impatto zero solo perché immateriale, come una e-mail, per scoprire che non è così. Di capitolo in capitolo si indaga da dove vengono le materie prime, come allungare la vita dei beni, che differenza c’è tra riuso e riciclo, quanto è importante che un oggetto sia riparabile o perché è ecologista che un tavolo, ad esempio, sia disassemblabile.
Viviamo in un Pianeta meraviglioso che, ogni giorno, ci elargisce tantissimi doni ma che, purtroppo, a noi non bastano mai. C’è una ricorrenza che, ogni anno, attendo per verificare come ci stiamo comportando nell’uso, o meglio nell’abuso, del capitale naturale: l’Overshoot day, ovvero la data simbolica nella quale l’umanità ha terminato di consumare tutte le risorse messe a disposizione da Madre Natura per l’anno in corso e, quindi, inizia a indebitarsi con il Pianeta. Le risorse che gli umani consumano sono pari al volume di produzione di 1,7 Terre e se tutto il genere umano avesse lo stile di vita di noi italiani di pianeti Terra ne servirebbero addirittura 2,7.
Tratto dalla prefazioni al libro scritta da Letizia Palmisano, autrice e divulgatrice
Il libro non solo smonta, riusa e ricicla ma abbatte pericolosi pregiudizi: ognuno di noi può, anzi deve, essere uno dei protagonisti del cambiamento. Grazie a comportamenti virtuosi ma anche a insegnamenti che risultano essere della massima importanza. In fondo ognuno di noi può diventare uno degli ambasciatori del cambiamento e il libro regala le competenze base per far assumere questo ruolo.. Così durante la prossima cena con amici sarete in grado di gettare meno rifiuti, grazie al fatto che potrete regalare agli amici pillole di comportamento ecologico.