La domanda posta dal gorilla è legittima: siamo così sicuri di meritarci quel aggettivo “sapiens” anche quando abbiamo comportamenti che vanno contro ogni logica, ogni sensibilità ma anche contro ogni sentimento di pietà?
Non scrivo quasi mai sulla sperimentazione animale perchè ritengo di non aver sufficienti competenze scientifiche per potermi addentrare compiutamente in un labirinto davvero intricato, dove non è sufficiente compiere una valutazione etica per poter contrastare efficacemente i fautori dei metodi sperimentali che prevedono l’uso di animali. Eticamente non posso che sposare la causa che ha portato milioni di cittadini europei a firmare la petizione “Stop vivisection”, ma non è questo adesso il punto che desideravo portare all’attenzione di chi legge.
Domani entrerà in vigore il Decreto Legislativo 4 marzo 2014, nr. 26, che da piena attuazione alla direttiva CE 63/2010 sulla protezione degli animali impiegati a fini scientifici e sostituisce in modo compiuto e completo la precedente normativa sulla sperimentazione. Questo decreto ha una peculiarità che francamente mi crea un dubbio: sembra aver raccolto il favore, totale o parziale, sia del mondo scientifico che delle associazioni che si occupano della tutela degli animali e questo non può che far preoccupare. In genere i provvedimenti che fanno esultare tutte le componenti in campo, specie su un argomento che vede i due fronti lontani e contrapposti, nascondono qualcosa, che dopo aver letto il provvedimento appare abbastanza chiaro. Questa norma soddisfa sicuramente molto il mondo accademico mentre può essere considerata soltanto un provvedimento che contiene minime concessioni al benessere degli animali ed a quanti si occupano dei loro diritti.
Una buona analisi sulla portata di questa norma è stata fatta dall’agenzia di stampa GeaPress e potrete leggere molte considerazioni, interamente condivisibili, nella sezione sperimentazione animale del sito . Quello che è sicuro è che per gli animali, al momento, cambierà davvero molto poco: gli esperimenti continueranno, la sofferenza resterà immutata ed il benessere animale, anche semplicemente degli animali detenuti e non ancora oggetto di sperimentazione sarà sotto il minimo accettabile, il ricorso agli animali di cattura prelevati in natura continuerà e solo leggendo, a tal proposito, quest’articolo del decreto legislativo c’è materiale sufficiente per inorridire:
“Art. 9
Animali prelevati allo stato selvatico
1. E’ vietato l’impiego nelle procedure di animali prelevati allo stato selvatico.
2. Il Ministero può autorizzare, in via eccezionale, l’impiego di animali di cui al comma 1, se scientificamente provato che e’ impossibile raggiungere lo scopo utilizzando un animale allevato per essere utilizzato nelle procedure.
3. La cattura di animali allo stato selvatico per le finalita’ di cui al comma 2 e’ effettuata esclusivamente da personale competente con metodi che non causano inutilmente dolore, sofferenza, distress o danno prolungato agli animali. Sono fatte salve le norme nazionali e regionali che regolano il prelievo di animali selvatici dall’ambiente, nel rispetto dei principi di benessere degli animali.
4. Qualsiasi animale venga ritrovato ferito o in salute precaria o lo diventa dopo la cattura e’ esaminato da un medico veterinario che adotta le misure necessarie per limitare il più possibile la sofferenza dell’animale.”
C’è da chiedersi quale azione possa essere più antitetica al benessere animale della cattura di un soggetto in natura. Si sta parlando anche di primati, la cui cattura sarà possibile ancora per diversi anni, salvo deroghe ulteriori o pareri positivi rilasciati dall’autorità competente che potrebbero rimandare questo divieto per anni.
Sempre sul benessere e sul senso di pietà che permea questa norma possiamo vedere cosa prevede per usare lo stesso animali in sperimentazioni ripetute:
Riutilizzo degli animali impiegati nelle procedure
1. Un animale gia’ usato in una o piu’ procedure puo’ essere riutilizzato in altre procedure solo se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
a) l’effettiva gravita’ delle procedure precedenti era «lieve» o «moderata»;
b) e’ dimostrato che e’ stato pienamente ripristinato il benessere e lo stato di salute generale dell’animale;
c) la procedura successiva e’ classificata come «lieve» o «moderata» o «non risveglio»;
d) la procedura successiva e’ classificata come «lieve» o «non risveglio»;
e) il veterinario designato di cui all’articolo 24, ha espresso parere positivo tenuto conto delle esperienze dell’animale nel corso di tutta la sua vita.
Per non parlare delle dimensioni delle gabbie di contenzione, di cosa viene considerato una procedura con gravità moderata, dei mezzi di soppressione, dell’assenza di precise indicazioni per la sostituzione della ricerca con metodi alternativi alla sperimentazione su animali, delle sanzioni che sono tutte amministrative e non prevedono, ad esempio per i veterinari, periodi di interdizione dall’esercizio della professione in caso di accertate violazioni.
Questa legge è lontana dall’occuparsi del benessere animale, mentre si occupa molto attentamente di due attività: tutelare le aziende farmaceutiche e quanti fanno ricerca evitando loro, il più possibile, costi che potrebbero almeno migliorare le condizioni di vita degli animali e impedire, o perlomeno cercare di farlo, che la sperimentazione e la ricerca si spostino al di fuori del territorio della Comunità Europea. L’economia che come sempre scardina l’etica da ogni provvedimento, anche da quelli che riguardano degli esseri viventi.
Non si tratta più se essere a favore o contro della sperimentazione: si tratta di non poter accettare che ogni possibilità di ridurre il numero degli animali impiegati negli sperimenti sia affidata a una norma fumosa; che non ci sia una seria incentivazione ed un preciso obbligo di impiegare, da subito e ovunque possibile, i metodi alternativi. Con questa norma non si è fatto un passo avanti nemmeno per incrementare il benessere degli animali, una realtà che esiste solo sulla carta.
Una presa in giro inaccettabile, una partita persa, un regalo alle case farmaceutiche che troppo spesso speculano sui prezzi dei farmaci, come recentemente dimostrato. Se non si rispettano i diritti degli uomini difficilmente si potranno tutelare, davvero, quelli degli animali.
considerano gli animali come cose.. si può riutilizzare, manco fosse un’ automobile.. se non si ha rispetto per la loro vita, e le loro sofferenze, come può esserci rispetto per un essere umano? sempre di vita si tratta… altro che homo sapiens e bestie.. l’ homo sapiens dovrebbe abbassare la testa e guardare al mondo con umiltà, e non sentirsi superiore, non lo è.. non il saper costruire una macchina la superiorità, ma è il rispettare la vita e tutto l’ ecosistema che gira intorno ad essa, e l’ uomo non sa cosa sia questo rispetto..
É una porcata!!!! L’uomo sà solo essere egoista e inferiore a tutto quello che lo circonda!!!!
E’ disperante come marce di giubilo come quella organizzata ad arte sul lungolago di Lecco, mettano in evidenza tutta la superficialita’ dei proclami e allontanino le persone dalla buona abitudine di leggere e farsi delle domande. Ancora una volta, grazie a Ermanno per essere ‘fastidiosamente’fuori dal coro.
Le case farmaceutiche sono una potenza economica …e sanno bene come convincere” politici burattini”a legiferare a loro favore.
Che schifo!
Mi viene il vomito!
MI VERGOGNO AD APPARTENERE AL GENERE SAPIENS
Per questa barbarie il pianeta paghera’ un prezzo altissimo, dal punto di vista scientifico e da quello morale.di cio’ le generazioni future,se ce ne saranno,non ci diranno mai e poi mai grazie.nonostante tutto mi sento di combattere e andare avanti.per sentirmi degno di essere chiamato essere umano.
Lasciate in pace gli animali tutti noi dovremmo imparare da loro e proteggerli sono la cosa più bella che possa esistere non meritano questo!