L’orso non è invitato, racconta il bisogno di condividere l’ambiente in cui viviamo con gli altri animali
L’orso non è invitato è un libro che parla non solo di orsi, ma tratteggia anche la necessità di avere un rapporto di civile convivenza con gli animali. Le vicende degli orsi del Trentino hanno fatto il giro del mondo, dopo le ripetute fughe di M49. Diventato l’esempio di quanto sia difficile per un selvatico, abituato a percorrere grandi distanze in una sola notte, restare chiuso in un bunker.
Nel libro si ripercorrono le occasioni perse di pacifica convivenza, ma anche le persecuzioni che la nostra specie ha sempre messo in atto con i predatori. Ritenuti a torto soltanto responsabili di un conflitto sulle risorse e non anche una componente fondamentale di equilibrio. Guardate con gli occhi di un biologo, che trascorre lunghi periodi in Trentino ed è consapevole di quanto il tasso di conflitto abbia raggiunto livelli impensati. Il libro ripercorre anche i conflitti che hanno portato all’estinzione di molte specie animali a causa degli interventi umani.
L’orso non è invitato ma in Trentino è stato addirittura voluto e reinserito, con i fondi europei
Nel suo libro Bertacchini racconta come non ci siano stati, in Italia, episodi che abbiano visto l’orso come protagonista di aggressioni mortali da 150 anni. Sottolineando come gli unici quattro episodi di scontri, poco più di scaramucce considerando la mole del plantigrado, siano avvenuti in Trentino. Un fatto che dovrebbe far riflettere sulla gestione del progetto da parte della Provincia Autonoma di Trento.
Una situazione paradossale che ha fatto conoscere il Trentino in tutta Europa negli ultimi periodi, più per catture e abbattimenti di orsi, che non per le sue bellezze naturalistiche. Dopo polemiche mai sopite sulle condizioni di detenzione degli orsi oggetto di captivazione nel famigerato centro di Casteller.