Insultare Gessica Notaro calpesta diritti animali
Gessica Notaro è una bellissima ragazza, con tante passioni, sino a quando un brutto giorno qualcuno non la sfregia con l’acido, provocandole i danni che si vedono in questa foto e aprendo una sofferenza nel fisico e nell’anima.
Gessica Notaro fra le tante attività è anche un’addestratrice presso l’ex Delfinario di Rimini, trasformato in un’attrazione con i leoni marini a causa di diverse irregolarità nella tenuta dei delfini che, prima di un sequestro, erano in cattività in questa struttura. Ora il Comune lo chiude per irregolarità edilizie, mentre il ministero dell’ambiente sta alla finestra, in attesa di decidere. Così Gessica si sfoga su Facebook perché questo significherà la fine del suo rapporto con gli animali.
Si sa che i leoni marini sono migliori di quelli da tastiera e qualcuno di questi webeti scrive sul profilo Facebook di Jessica una frase atroce che si declina così: visto che sei un’addestratrice di leoni marini e difendi il delfinario di Rimini hanno fatto bene a sfregiati con l’acido (leggi qui). Un concetto che nella sua idiozia mi fa inorridire: difendere i diritti degli animali usando una violenza verbale vergognosa, stupida, integralista e dannosa. Insultare Gessica Notaro calpesta diritti animali non li fa crescere, non né da un’immagine migliore. Li trascina nel baratro dell’idiozia e della cattiveria di chi lo scrive.
Chi si occupa di sofferenza ne conosce sia sintomi che danni e una persona soltanto normale non può pensare, nemmeno lontanamente, di plaudire perché un’addestratrice di leoni marini è stata oggetto di un gesto connotato da una violenza senza pari, da una crudeltà agita che porta sofferenze inimmaginabili. Questo non rende Gessica migliore, non la allontana da ogni critica ma sicuramente la deve allontanare e proteggere da ogni violenza, verbale o fisica. Per sempre.
Potrei scrivere fiumi di parole per raccontare cosa non condivido di Gessica nella sua veste di addestratrice, ma in fondo basterebbe dire “nulla”. Mi sono sempre schierato contro ogni forma di spettacolo che preveda l’impiego di animali, ma non si può più tollerare che la rete diventi un’arena popolata da imbecilli che difendono i diritti degli animali plaudendo la sofferenza umana. Non è più tempo di tacere sui comportamenti violenti di certi animalisti, indegni di poter anche solo parlare di diritti animali.
Usare violenza, inneggiare alla violenza è un comportamento barbaro e incompatibile con ogni concetto di tutela dei più deboli. Se ci occupiamo di difendere i diritti di chi ne ha meno dobbiamo essere capaci di persuadere, di raccontare e far capire la sofferenza degli animali, la sofferenza della cattività, del condizionamento e della privazione del proprio essere,così come frutto dell’evoluzione. Ma non possiamo dimenticare la sofferenza degli uomini e la diversità. Non ci sono “categorie” migliori di altre per definizione e gli animalisti non possono sfuggire a questa realtà, non certamente solo per questo.
Gli uomini sono davvero migliori quando ragionano, quando all’azione hanno la capacità di coniugare il potere della spiegazione che porta alla condivisione dei concetti migliori. Hitler era vegetariano e non era certo migliore solo per questo, Martin Luther King non lo era ma ha regalato consapevolezza non solo ai neri ma anche ai bianchi, tracciando nei cuori parole senza colore e incidendo nelle coscienze concetti che hanno portato molti a giudicare gli uomini per i loro comportamenti, non per il colore della pelle.
E’ tempo di allontanare l’integralismo aggressivo e becero dalla comunità di chi difende i diritti degli animali: razzisti e violenti non potranno mai essere visti come compagni di viaggio ma solo come nemici della causa animalista, senza infingimenti e senza ripensamenti.