Il corona virus spaventa molti uomini più della sparizione degli insetti impollinatori

Il corona virus spaventa molti uomini più della sparizione degli insetti impollinatori, trasformando un problema sanitario in una terribile piaga, senza badar troppo all’Apocalisse che potrebbe venire. Ma mentre l’emergenza dettata dal virus potrà essere efficacemente combattuta, non saremo in grado di arginare i danni che derivano da inquinamento e cambiamenti climatici. Ci stiamo facendo terrorizzare da un pericolo limitato, compiendo azioni illogiche governate solo dalla paura. Senza capire che sarà l’assenza il problema, non la presenza.
Il corona virus, covid 19, ha scatenato una psicosi collettiva, immotivata, irragionevole, che dimostra soltanto quanto sia facile seminare paura, mentre risulta sempre molto difficile essere rassicuranti. Ma questo funziona solo nel caso di situazioni vissute come pericoli immediati, perché su quelli di medio periodo il rapporto si inverte. In modo drammatico. Rendendo inutile ogni allarme sulla narrazione di un futuro prossimo che porterà a devastazioni ambientali, carestie, migrazioni epocali e milioni di morti.
Una previsione sui prossimi decenni probabilmente ottimistica, a paragone della quale l’attuale epidemia di corona virus diviene poca cosa, quasi un evento ininfluente, piccolo. Con un tasso di mortalità che fa parte delle casistiche di moltissime malattie virali, influenza compresa, della quale covid 19 è che una variante. Non banale, non da sottovalutare, ma molto, molto, e ancora molto, meno pericolosa dell’innalzamento dei mari di qualche centimetro. Una realtà molto prossima che però non porta nei paesi industrializzati nemmeno un millesimo dell’attuale preoccupazione.
Il corona virus spaventa molti uomini, che fra pochissimo tempo potrebbero conoscere la paura vera
Si svuotano gli scaffali dei supermercai per paura dell’epidemia, spaventati dalla possibile mancanza di provviste, da parte di persone divorate dalla paura del contagio. Ma questi cittadini avranno poi la stessa attenzione verso i cambiamenti climatici, guardando con terrore quel tipo di economia che ci sta divorando la terra sotto i piedi, o meglio sotto gli occhi? Probabilmente no, perché la mancanza di orizzonte li porta a credere che sarà un virus a metterci in ginocchio e non il clima. La percezione alterata del problema scatena il panico, alimentato anche da fake news che si moltiplicano sul web. Con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Ma sarà il giorno in cui non ci saranno più insetti impollinatori quello in cui non ci esisteranno più scaffali da svuotare, giorni in cui mancherà davvero il cibo. Ma non perché non potrà essere distribuito, ma perché i magazzini saranno vuoti. In quel tempo non potremmo neanche più prendercela con i cinesi che ci infettano, con gli africani che ci invadono, con i siriani che scappano dalla guerre. Oppure con chi fugge da regimi dittatoriali che contrastiamo a parole, sostenendoli nei fatti. La colpa sarà di quelle maledette api, che non hanno saputo resistere ai bombardamenti chimici. Non sono nemmeno scappate, pavide, sono semplicemente morte sul campo di battaglia. Quello che noi coltiviamo riempiendolo di pesticidi.
Bisogna ripulire le menti, oltre che lavare le mani per evitare il contagio
Vorrei poter credere che questa vicenda, quella che ci ha fatto nuovamente annusare la paura, con l’odore impalpabile ma soffocante del pericolo, serva. Svuoti la testa dai pregiudizi e la riempia di cultura, che è molto più importante della paura dei virus, dei diversi, degli altri e anche dei lupi e dei cinghiali. Ci faccia capire che basta un attimo, proprio come per prendere il corona virus. Ma se un virus si può sconfiggere non ci sarà vaccino contro i cambiamenti climatici, diverso dalle azioni umane. Come non salveremo gli insetti con la chimica, ma dovremo imparare a usare meno chimica per salvare gli insetti e gli altri animali, compresi noi.
Presto il covid 19 farà meno paura, il contagio è stato stimato che diminuirà e probabilmente a breve sarà disponibile un vaccino. Ma per la nostra specie non sarà passato IL pericolo, ma soltanto UN pericolo. Il rischio vero sono gli uomini per gli uomini, con un’economia che non condivide ricchezza, con consumi insostenibili e un uso di sostanze chimiche che il pianeta non è più in grado di tollerare. Con un egoismo che ci porta a non condividere e una presunzione che ci fa avere comportamenti tanto arroganti quanto, purtroppo, stupidi.
Gli animali domestici e quelli selvatici NON trasmettono il virus e non possono essere contagiati, secondo le evidenze scientifiche e i dati del Ministero della Salute.