Attenti ai cani, una storia di 40.000 anni che racconta come il cane sia diventato il nostro miglior amico

Attenti ai cani è un interessante lavoro di Paola Valsecchi che racconta, con grande precisione attraverso dati scientifici, l’origine del canis lupus familiaris. Una storia controversa, che solo in tempi abbastanza recenti ha trovato certezze. Grazie agli esami del DNA che hanno consentito di dimostrare, senza tema di smentita, che il lupo sia il progenitore di tutti i cani domestici. Spazzando via altre teorie che avevano inizialmente convinto anche il padre dell’etologia Konrad Lorenz.
In questo saggio Paola Valsecchi, che insegna Etologia applicata all’Evoluzione all‘Università di Parma, introduce il lettore con fermo garbo, ma grande precisione scientifica, nel mondo canino. Raccontando come quello che oggi è il nostro compagno fedele si sia fatto circuire dall’uomo, che da una parte gli aveva fatto grandi promesse per poi tradire quel patto. Un’amicizia spesso a senso unico, dove l’unico a onorarla sempre e comunque è restato solo il cane. Ma questo è il parere del recensore, anche se sono certo sia anche quello dell’autore.
Grazie al DNA e a studi pubblicati molto recentemente oramai si ha la certezza che i cani si siano separati dai lupi, per iniziare la vita domestica, 40.000 anni fa. E da questo momento in avanti le nostre vite non si sono più separate. Come avrete capito questo libro racconta in modo scientifico, e non romanzato, la nascita di questo pilastro della storia umana. L’uomo senza il cane non sarebbe, forse, mai potuto arrivare dove è arrivato, mentre il cane senza l’uomo sarebbe pur sempre restato un lupo. Animale fiero e affascinante, nella sua perfezione di super predatore.
Attenti ai cani percorre passo passo non soltanto la storia del lupo che diviene il cane domestico, ma affronta anche il tema della domesticazione
La domesticazione è un processo lungo e complesso, non basta la riproduzione in cattività, non è sufficiente l’imprinting. Paola Valsecchi lo spiega entrando nei particolari, parlando di selezione, di soggetti meno timorosi e più vicini all’uomo, per concludere come il processo non sia affatto breve, come spesso qualcuno, per interesse commerciale, vorrebbe far credere.
Parlando di un noto esperimento di domesticazione delle volpi, purtroppo destinate a diventare pellicce, durato diversi decenni l’autrice afferma: “In definitiva (le volpi n.d.r.) non hanno camminato a fianco dell’uomo per millenni, non state soggette alle pressioni selettive a cui noi umani abbiamo sottoposto i cani e non si sono adattate a un ambiente antropogenico, con tutto il suo carico di novità e complessità. Queste volpi si sono solo “affacciate” sulla strada della domesticazione.”
Un animale selvatico resta tale anche se allevato in cattività, e questo fatto andrebbe attentamente valutato, specialmente in relazione al suo benessere. L’autrice spiega anche come e in che misura il processo di domesticazione comporti non solo modifiche del carattere, ma anche cambiamenti fisici molto rilevanti. Insomma se volete conoscere davvero come il lupo si sia trasformato in cane e capire la sua storia dovete leggere questo saggio. Che vi porta in mondi sconosciuti a molti, dove si stima che solo un 17/24% del miliardo di cani che popola il pianeta goda del ruolo di animale da compagnia. Con un umano di riferimento.
Edizioni il Mulino – brossura – 160 pagine – 12,00 Euro