La pesca elettrica deve essere vietata
La pesca elettrica deve essere vietata perché già nella sua fase sperimentale ha creato non pochi danni all’Oceano Atlantico.
Grazie a un sistema di deroghe gli olandesi sono riusciti a ottenere dalla UE una concessione, motivata su una supposta ricerca scientifica, che li autorizza a pescare con reti elettrificate.
Purtroppo anche in Europa, proprio con la scusa della ricerca, vengono permesse attività dannose per l’ambiente, come accade per il Giappone e la Norvegia con la caccia dei cetacei.
La pesca elettrica deve essere vietata perché questa attività sta distruggendo i fondali dell’Oceano Atlantico, la dove viene praticata dai pescherecci olandesi. La tecnica consiste nel pescare a strascico con reti elettrificate, che vengono trascinate sul fondo del mare. La corrente stordisce e uccide il pesce, disorientando le specie sensibili ai campi elettromagnetici come squali e razze.
A oggi la Comunità Europea ha concesso ai pescatori olandesi, con ben 83 autorizzazioni in deroga, di utilizzare questi strumenti di pesca che però, per ammissione delle stesse associazioni dei pescatori, stanno creando danni enormi alla fauna marina. Non soltanto creando una fonte di disturbo ma causando la morte, senza alcuna selettività, di pesci, embrioni e uova.
Secondo studi fatti dall’associazione Bloom circa il 70% degli organismi uccisi da questo sistema di pesca non viene recuperato, quindi la maggioranza dei pesci uccisi non serve nemmeno per il consumo alimentare. La distruzione provocata dalla pesca elettrica ha impoverito in modo molto rilevante lo stock ittico nella parte di Oceano in cui questa tecnica viene utilizzata.
Come per l’agricoltura e l’allevamento anche la pesca è oramai divenuta un’industria, con radar, eco scandagli, sorveglianza aerea e mille altri mezzi tecnologici, tutti finalizzati a massimizzare le catture, ma nessuno messo in atto per tutelare il mare come ecosistema fondamentale.
Oceani e foreste sono i termo regolatori del nostro clima: distruggendo le prime e svuotando i mari stiamo scrivendo una pagina che potrebbe costarci molto cara, in termini di sopravvivenza. Ci stiamo avvicinando sempre di più al giorno in cui le scelte non saranno più fatte su base etica, ma saranno costrette dalla necessità.
Essere vegani e gestire in modo responsabile la produzione di proteine non potrà più essere una questioni di “gusti” o di valori, ma diventerà un obbligo legato alla nostra sopravvivenza e a quella del pianeta. Per questo sarebbe quantomeno intelligente cercare di fermarsi ora, prima di imboccare una via pericolosa e senza ritorno.
Come nelle favole rischiamo di essere costretti a comportarci come fece Pinocchio, che dopo aver fatto lo schizzinoso tornò a mangiare non più le pere ma bucce e torsoli, proprio quelli che aveva rifiutato sdegnosamente prima di aver capito che non c’era altro da mangiare.
Nelle prossime settimane il parlamento europeo dovrà pronunciarsi sul definitivo divieto di esercitare la pesca elettrica, mentre l’industria preme per poterla autorizzare per il 5% di tutte le navi da pesca, a livello comunitario e non solo per gli olandesi. Speriamo che il buonsenso questa volta non abbandoni i nostri legislatori.