Quando bracconiere fa rima con carabiniere
Quando bracconiere fa rima con carabiniere forestale il reato diventa ancora più odioso. Commesso proprio da chi la fauna la deve difendere.
Infangando non solo la divisa che indossa ma anche la reputazione di tantissimi colleghi del disciolto Corpo Forestale. Che lavorano con passione e dedizione.
L’ultima dimostrazione in ordine di tempo la si è vista con l’operazione Pettirosso messa in atto dai Carabinieri Forestali (leggi qui). Che ha portato a denunciare molte persone e al sequestro di armi e fauna.
Come può succedere in tutti i cesti ci sarà sempre una mela marcia, il frutto avvelenato dalla presunzione di impunità. Chi indossa una divisa e delinque spesso pensa di avere la copertura dei colleghi e anche delle altre forze di polizia. In nome di un errato senso di appartenenza, che non deve esistere.
Casi recenti, come quello del nuovo processo per la morte di Stefano Cucchi, dimostrano come alcune volte il senso di appartenenza possa superare quello della legalità e del dovere. Ma per fortuna sono casi isolati, seppur drammatici.
Così succede che a Cozzo Lomellina gli agenti della Polizia Provinciale di Pavia e le guardie venatorie del WWF, durante un controllo contro il bracconaggio, fermino e controllino alcune persone e le trovino in possesso di animali accecati, di fauna morta protetta e di richiami proibiti. Fra questi un carabiniere forestale in servizio attivo.
Il militare, un’ex appartenente al Corpo Forestale dello Stato, ora confluito nei Carabinieri, pensava di farla franca. Utilizzando metodi che aveva imparato proprio in anni di attività. Come mettere gli uccelli protetti abbattuti in un contenitore di plastica calamitato, che veniva attaccato sotto il fuoristrada.
Del resto se è vero che i migliori guardiacaccia sono i bracconieri pentiti è vero anche l’esatto contrario. Chi meglio di un carabiniere forestale conosce i trucchi del buon bracconiere, sperando di essere “perdonato” in caso di controlli di colleghi?
Ma le cose sono finite diversamente come riporta un articolo del Nuovo Lomellino (leggi qui) che racconta lo spiacevole episodio. Che non deve minare la fiducia dei cittadini nei Carabinieri Forestali. Un presidio sul territorio importante composto da ottimi operatori di polizia giudiziaria. I primi a essere danneggiati da questo cacciabracconiere.
Che ora ci si aspetta venga prima sospeso e poi, in caso di condanna, radiato. Anche se il timore è che possa fare l’oblazione estinguendo i reati. Bisogna quindi contare sulla severità dell’Arma dei Carabinieri nell’espellere chi delinque. Quale che sia il reato.