Foie gras tortura medievale, quando l’etica vale molto meno del palato

foie gras tortura medievale

Foie gras tortura medievale che viene però premiata a Roma con il prestigioso riconoscimento International Business Awards 2016, ricevuto dall’impresa americana D’Artagnan produttrice di foie gras . Il business non guarda la morale, ma la crudeltà deve avere un limite necessario.

Il foie gras  è un prodotto che ha fatto e continua a far indignare il mondo delle persone sensibili ai diritti degli animali, e non si parla solo di vegani e vegetariani, ma di persone che non possono accettare che una simile crudeltà sia ancora ammessa. Sicuramente ha fatto indignare l’associazione PETA, che a Roma ha inscenato una protesta di fronte all’hotel che ospitava il premio.

foie gras tortura medievale

Nonostante le numerose proteste però, che in Italia hanno portato importanti marchi della grande distribuzione a eliminare questo prodotto dagli scaffali, il foie gras continua a essere legale; la sua genesi parte dalla volontà di creare un’alterazione al fegato delle oche, causata da un sovra dosaggio di cibo che lo porta in breve tempo in un enorme massa grassa, steatosica. I consumatori di foie gras quindi si cibano con un prodotto derivante da una malattia indotta volutamente in un organo sano. Una mostruosità a tutti gli effetti.

La liceità della produzione del foie gras apre un grande interrogativo sulle pratiche che rappresentano delle vere e proprie torture e che, come tali, dovrebbero essere considerate un maltrattamento senza scusanti. Per questo non è pensabile arrivare soltanto a un divieto generalizzato di allevamento in Europa ma bisogna vietare anche l’importazione del prodotto finito, ovunque questo sia stato ottenuto e confezionato.

Si potrebbe discutere per giorni, considerando anche l’avanzata della cultura vegana, vegetariana e i molti interrogativi che pone ai consumatori onnivori, se l’uomo abbia o meno il diritto di sottomettere e uccidere animali per cibarsene. Quel che è certo è il fatto che nessun uomo dovrebbe avere diritto di torturare un animale al solo fine di trarne piacere o profitto. Questo concetto dovrebbe valere già dalle condizioni estreme degli allevamenti intensivi, cresciuti senza controllo e senza adottare buone pratiche che potessero limitare la sofferenza, ma non è derogabile in alcun modo per allevamenti come quello che portano a ottenere il foie gras, dove migliaia di oche sono alimentate a forza attraverso un tubo che gli “spara” un impasto proteico in gola.

L’uomo ha dei doveri morali verso gli altri animali e non possiamo continuare a far finta di nulla. La società del tempo presente sembra aver perso l’empatia sia verso gli uomini che verso gli animali. L’accettazione della sofferenza pare essere diventata una sorta di legittima difesa volta a impedire che qualcuno o qualcosa limiti l’onnipotenza dei nostri diritti, anche quando questo avviene con indicibili sofferenze inflitte a altri esseri viventi. Ci siamo forse talmente assuefatti alla morte violenta resa visibile dalle guerre, alla tragedia costante dei profughi e dei migranti, alla violenza fisica e sessuale a cui sono costretti a sottostare anche i bambini da non avere più un punto etico di riferimento.

Il tempo presente ci sta abituando alla crudeltà, ci sta facendo chiudere gli occhi, e non solo, di fronte a ogni tipo di sofferenza: la minaccia dell’integrità dei nostri diritti, talvolta infondata ma alimentata da furbi manipolatori, ci conduce a essere disposti a non vedere che cosa sta succedendo, a abbassare la soglia della pietà e della compassione. Di fronte a quanto accade nel mondo le oche utilizzate per fare il foie gras potrebbero forse sembrare il minore dei problemi, se solo non rappresentassero, invece, un pericoloso indicatore di quanto si stia alzando la nostra tolleranza verso la violenza, che non pare temperata nemmeno dall’aumentata conoscenza di cause e fenomeni.

Così grazie a questa anestesia dell’etica individuale sembra quasi che nulla più importi, non le oche ma nemmeno i bambini morti in mare, non la crudeltà degli allevamenti di animali da pelliccia ma nemmeno quella di uomini e donne sottoposti a supplizi indicibili. Questo però non porterà fortuna alla nostra specie: per costruire una società reale, fatta di solidarietà e mutuo aiuto, occorre molto tempo mentre per distruggerla può bastare un periodo di grande difficoltà come questo.

#StopFoieGras: una scelta doverosa

 

 

#StopFoieGras

#StopFoieGras è una campagna contro la produzione e la vendita del Foie Gras, un prodotto ad alto contenuto di sofferenza causata alle anatre usate per la sua produzione. Questa campagna viene ora reiterata in Italia dall’organizzazione Essere Animali, con lo scopo di sensibilizzare consumatori e grande distribuzione sui maltrattamenti ai quali sono sottoposti gli animali.

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