Adotta un cane e avrai uno sconto sulle tasse comunali: sta prendendo piede la nuova politica delle amministrazioni per incentivare l’adozione dei cani dai rifugi pubblici, messa in atto per sgravare i Comuni dai costi di custodia degli animali.
In sostanza l’adozione di un cane dal canile viene premiata da un incentivo economico riconosciuto alla persona che compie questa scelta, con il concreto rischio che avvenga solo sulla base di una pura valutazione economica: lo sgravio concesso consente un risparmio consistente rispetto ai costi di mantenimento che i Comuni pagano ai gestori dei canili. Una sorta di offerta speciale dove il gesto, a prima vista, sembra essere rivolto al benessere dell’animale, mentre invece si tratta soltanto un puro calcolo economico, messo in atto con la speranza di svuotare i canili e di conseguenza di contenere le spese. Purtroppo credo che questa promozione sia stata cinicamente pensata a tavolino, senza davvero chiedersi quanto una scelta motivata da un risparmio economico, per molte persone davvero rilevante (fino a 4/500 Euro), possa essere una corretta leva da sfruttare per promuovere le adozioni dei cani nei canili. Il legittimo timore è che troppe persone vedano solo il vantaggio economico immediato, senza aver un effettivo desiderio di avere un cane, senza chiedersi quanto costa nel tempo fra alimentazione e cure, ma nemmeno senza ragionare sulle proprie disponibilità di tempo da dedicare al nuovo ospite della famiglia. L’adozione di un cane deve essere una scelta responsabile, non una via per ottenere dei vantaggi economici: già senza questo tipo di incentivazioni succede che i cani vengano tenuti in condizioni inadeguate, quando non di vero e proprio maltrattamento, proprio perché le scelte non state sufficientemente ponderate.
Un’amministrazione pubblica non dovrebbe stimolare a compiere dei gesti di irresponsabilità, ma dovrebbe pensare a campagne di adozione responsabile basate sul rispetto e sulla conoscenza delle esigenze degli animali; abbiamo bisogno di diffondere la cultura del rispetto degli animali, sulla necessità di contenere il randagismo mediante adozioni e gestioni responsabili e invece i Comuni cosa fanno? Mettono i cani in offerta speciale per svuotare i canili, ingolosendoli con la condizione che chi adotta un cane avrà uno sgravio di natura fiscale, un beneficio economico sotto qualsiasi forma concesso.
La visione è talmente miope da non far valutare all’amministratore pubblico che i cani adottati senza una scelta consapevole, ma soltanto a fronte di un’incentivazione, rischiano di andare ad ingrossare il bacino, già sconfinato, che alimenta il randagismo: un risparmio immediato per il Comune e per il cittadino, a fronte di un concreto rischio di un problema futuro.
Un poco di senso responsabilità in più, molte volte, sarebbe sufficiente per evitare che il prezzo di questo calcolo rischino di pagarlo animali sfortunati, come quelli che sono ospiti in un canile.