animali nei circhi

Fa discutere l’inchiesta dell’Agenzia Giornalistica Italia sugli animali nei circhi.

Giudicata troppo sbilanciata verso il circo. L’inchiesta è stata pubblicata a puntate sul sito dell’agenzia di stampa e subito sono iniziate le polemiche.

Motivate da pareri pubblicati che paiono in effetti fuori luogo Sostenendo che non ci siano motivi per ritenere gli animali dei circhi maltrattati. Assimilando il circo con le tante attività che usano gli animali per far spettacolo.

L’inchiesta, articolata in ben quattro puntate, può essere letta integralmente sul sito dell’AGI. Apparentemente sembra soltanto un’analisi delle diverse posizioni, ma poi si vede che l’attività dell’estensore è andata oltre al semplice ed equilibrato diritto di cronaca. Come scrive, fra gli altri LAV.

Viene citata la parte conclusiva della presa di posizione della FNOVI (Federazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) sui circhi che testualmente recita:

… raccomanda a tutte le autorità competenti nazionali ed Europee di proibire l’uso di mammiferi selvatici nei circhi con animali in Europa dato che non esiste alcuna possibilità che i loro bisogni psicologici, mentali e sociali possano essere soddisfatti. Specifiche norme con date di cessazione di attività, e ricollocamento degli animali e in alcuni casi, come ultimo rimedio l’eutanasia, devono essere accordate con i gestori dei circhi.

Dichiarazione che non ha convinto nemmeno i veterinari che curano gli animali nei circhi, compreso anche il Sindacato dei veterinari liberi professionisti (Sivelp). Però non c’è dubbio che sui circhi tiri una brutta aria in tutta Europa e non solo e che la proibizione di usare animali potrebbe essere dietro l’angolo anche in Italia.

Per questo il presidente dell’Ente Circhi, Buccioni, ha dichiarato che se anche così fosse i circhi non darebbero “nemmeno un ratto” agli animalisti, preferendo piuttosto l’esilio. Con i loro animali a far spettacolo negli stati dell’Unione Europea, e non soltanto, che ancora lo permettono.

Entrando in polemica anche con la gestione dei CRASE, i centri di recupero della fauna esotica e selvatica, ideati ma mai davvero realizzati, che in teoria dovrebbero accogliere gli animali.

Ma appare evidente che i due soli centri esistenti, Semproniano e Monte Adone, non saranno mai in grado di ricevere tutti gli animali dei circhi. Centri peraltro privati, in convenzione perché centri pubblici non ne sono mai stati realizzati.

Così i CRASE già fanno fatica a mantenere i pochi animali confiscati a circhi e privati per maltrattamento o detenzione illecita. Quindi non finirà mai il circo con animali? Finirà ma dovranno essere i circhi a doversi occupare dei loro animali, della loro gestione e dell’eventuale collocamento.

Inutile criticare i CRASE, come ha fatto Buccioni, anche se al di là di questo è ragionevole pensare che i circhi, almeno inizialmente, andranno a lavorare altrove. Sempre che questo governo abbia la reale volontà di rendere operativo il divieto.

Gli animali dei circhi non sono sottoposti a sequestro e attualmente possono essere considerati al pari di beni strumentali, per l’esercizio dell’attività. Quindi i legittimi proprietari ne potranno disporre nei limiti consentiti dalle norme vigenti.

Può non piacere che gli animali, in genere, siano considerati come cose inanimate ma di fatto è così. Credo comunque, senza arrivare a parallelismi fra caccia, macelli o corse dei cavalli gli animali nei circhi vivano davvero male.

Senza neppure il bisogno di andare a discutere dei comportamenti che integrano il reato di maltrattamento di animali, per i quali molti circhi sono già stati sanzionati in via definitiva.

La realtà è sempre la stessa: i circhi non sono strutture accettabili sotto il profilo del benessere degli animali ospitati, nemmeno per la Commissione scientifica della CITES che è dello stesso parere, come lo sono le organizzazioni anche europee dei veterinari. Non può essere liquidata come una fantasia degli animalisti.

In circo non ci può essere benessere per gli animali e questo è dovuto anche alla tipologia di attività: itinerante, in continuo movimento con la necessità di trasportare gli animali via camion, con scarse possibilità di spazio e di arricchimenti ambientali anche una volta che i complessi circensi sono attendati.

Su una cosa bisogna però fare chiarezza: gli animali sono dei circensi, li hanno usati e ci hanno ricavato guadagni. Se saranno come auspicabile progressivamente dismessi i circensi se ne dovranno far carico, Non la collettività attraverso lo Stato e non potranno essere accettate condizioni di detenzione peggiorative, rispetto alle attuali.

Forse nel periodo di transizione qualche animale potrebbe essere venduto, potrebbe andare in altri circhi, magari vivendo anche in condizioni peggiori. Purtroppo non c’è progresso che non abbia un costo, anche in sofferenze, ma questo non deve fermare l’idea di arrivare al divieto di detenere animali selvatici nei circhi.

Se si dovesse aspettare la scomparsa degli animali per morte naturale il circo con animali non finirebbe mai. Se dovessero essere tutti ospitati a spese della collettività forse non sarebbe giusto, ma sicuramente non si troverebbero i fondi per garantire buone condizioni di custodia.

Così in Italia si rischierebbe di perpetuare il circo con animali per un periodo ancora molto, molto lungo. Contrariamente a quanto chiede l’opinione pubblica e quanto hanno fatto altre realtà nazionali. Non soltanto in Europa.

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