catturiamo gli orsi trentini

Al grido di “catturiamo gli orsi trentini” il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, eletto in una coalizione di centro destra, ha lanciato un ultimatum al ministro Costa.

Secondo Fugatti in Trentino infatti ci sono dai 20 ai 30 orsi di troppo, che devono essere catturati e, conseguentemente, rinchiusi in strutture. Per questo ha chiesto l’autorizzazione al Ministero dell’Ambiente, dal quale però non ha ancora avuto risposta. E’ quanto emerge a margine della riunione del Consiglio provinciale che si è tenuto oggi a Stenico.

In caso il ministro Sergio Costa continui a non rispondere Fugatti ha dichiarato che “il Trentino si prenderà le sue responsabilità“. Che tradotto dal politichese significa che procederà a catture, o peggio ad abbattimenti, senza avere l’autorizzazione dal ministero.

Del resto che la politica trentina assecondi la componente più legata al mondo agricolo e venatorio del territorio non è cosa di adesso. Una parte dei trentini, da tempo, vorrebbe avere sul loro territorio solo orsi di peluche.

Gli orsi del Trentino devono lottare contro l’ignoranza

La motivazione di Fugatti è sempre la stessa, quella che ha portato gli allevatori diverse volte a mettere in atto proteste: gli orsi sul territorio sono troppi. Questa affermazione è però in contrasto con i dati scientifici che parlano di una crescita della popolazione molto limitata e poco consistente.

La soluzione di catturare gli orsi apre le porte a uno scenario che per i plantigradi potrebbe essere peggiore dell’essere abbattuti. La vita in cattività è una sofferenza per questi animali, che non possono essere detenuti in condizioni di accettabile benessere.

L’orso, quando non ha enormi spazi in cui vivere, tende a distruggere tutto e a scavare per trovare una via di fuga. Per questo in quasi tutti gli zoo del mondo questi animali sono confinati in fosse di cemento. Dove trascorrono la loro triste esistenza morendo di noia.

Ma i trentini hanno scelto di volere gli orsi tempo addietro, con una consultazione popolare. Grazie a questa scelta i plantigradi stati introdotti dalla Slovenia, con i fondi stanziati da un progetto LIFE europeo. La reintroduzione era stata voluta per aumentare il numero di orsi dopo che la loro consistenza era ridotta al lumicino.

Gli orsi non sono nemici da battere, ma una componente del territorio

Qualcuno continua invece ad alimentare la paura dei residenti, scarsamente formati e informati dall’amministrazione. Per questo si da corpo ai fantasmi, si parla di aggressioni, anche se a cominciare da quella attribuita a Daniza sono molti più i dubbi che le certezze.

Le aggressioni sono spesso state inventate oppure ingigantite, raccontando anche fatti non veri. Come il morso dato a uno scarpone dall’orsa Daniza, lasciando il segno un canino che aveva perso, in realtà, molto tempo prima. Una fake news costruita ad arte. Come non sono stati evidenziati a sufficienza gli errori, come quello di andar per boschi lasciando i cani liberi.

Bisogna dire che la maggior parte dei trentini non sono affatto turbati dagli orsi e non li vorrebbero né catturare né abbattere, ma si sa che fa meno rumore una foresta che cresce di un albero che cade. E il mondo agricolo e venatorio sa bene come amplificare il rumore e la paura.

Bisognerà a questo punto attendere la risposta del Ministro Sergio Costa, che già con il piano lupo ha dimostrato di non voler lisciare il pelo a quanti li vorrebbero abbattere. Vedremo cosa succederà con gli orsi e se il governo provinciale avrà davvero il coraggio di sfidare a viso aperto il governo centrale in caso ottengano solo un prevedibile diniego.

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