Diritti animali non cambieranno dopo Brexit

Diritti animali non cambieranno dopo Brexit, nonostante fino a poco fa sembrasse che il Regno Unito stesse per modificare i criteri della legislazione sul benessere animale, smettendo di riconoscere gli animali come esseri senzienti.

Infatti l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea comporterà che debbano essere riviste tutte le leggi europee, comprese quelle che riguardano la tutela degli animali, in particolare da reddito, che sono di derivazione comunitaria.

Fare un passo indietro rispetto a quanto sancito dal trattato di Lisbona, fondativo dell’Unione Europea, rinunciando alla dichiarazione che individua gli animali come esseri senzienti sarebbe stato davvero un gran brutto scivolone per la Gran Bretana, da sempre ritenuta, spesso a torto, la culla dei diritti degli animali. Ma questo vale soprattutto per gli animali domestici e la fauna, certamente meno per gli animali da reddito.

Così la parlamentare verde Caroline Lucas aveva proposto di inserire nella nuova legislazione inglese una dichiarazione che riconosceva agli animali la capacità di “sentire dolore e provare emozioni”, ricevendo però una sonora bocciatura, secondo quanto riporta il giornale La Repubblica (leggi qui).

Il fatto non è passato inosservato sulla rete e sono montate le proteste, non solo nel Regno Unito ma in tutta Europa. Fra l’altro appariva davvero una notizia stupefacente, considerando che le famose “5 libertà” sui ci si fonda tutt’oggi il concetto di benessere degli animali, erano state scritte da Brambell e recepite dalla legislazione inglese proprio nella seconda metà del secolo scorso.

Ma da poche ore, come pubblicato dal giornale The Guardian (leggi qui) , il governo inglese ha dichiarato di non aver mai pensato di ridurre le norme a protezione degli animali e il primo ministro, per bocca del suo portavoce Gove, ha dichiarato che non era affatto intenzione del Regno Unito diminuire le tutele giuridiche riconosciute agli animali. Ammettendo però nel contempo che questa “particolare attenzione” era dovuta anche alla levata di scudi fatta sui social dagli attivisti e dalle organizzazioni per la tutela degli animali.

Insomma un riconoscimento di diritti che, questa volta, passa attraverso gli umori e i voleri della rete, dimostrando come i politici sappiano di essere molto più vulnerabili di fronte agli elettori grazie, o per colpa a seconda dei punti di vista, della rete. Ora il Re quando è nudo lo si vede subito e, soprattutto, lo si dice.

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