
Le manifestazioni di Fridays for Future hanno riempito le piazze del mondo di giovani, preoccupati per i cambiamenti climatici e per il loro futuro. Una mobilitazione planetaria senza precedenti, che ha coinvolto moltissime nazioni del mondo, dall’Australia alle Filippine, dalla Birmania alla Turchia.
In questa settimana di pacifica protesta, messa in atto per sensibilizzare e chiedere ai governi non più parole ma azioni, non scenderanno in campo solo i giovani del mondo. Al loro fianco ci saranno anche molte aziende multinazionali che hanno deciso di appoggiare questa iniziativa.
Questo non significa che i grandi gruppi si siano scoperti improvvisamente green, ma anche se questa fosse soltanto una scelta di marketing significherebbe che il movimento ha lasciato il segno. Come se si fosse creato un positivo punto di non ritorno, l’impossibilità di continuare a comportarci come se niente fosse. Greta Thunberg ha contribuito ad accendere la miccia, ora bisogna non farla spegnere.
Il movimento di #FridaysForFuture è il propellente del cambiamento
Quando milioni di persone scendono in piazza in tutto il mondo non possono più essere ignorate, non si può sottovalutare l’impatto delle loro scelte: da quelle politiche a quelle di consumo. Un impatto che costringerà l’economia a fare scelte precise, perché il mercato sempre di più premierà le scelte coerenti, le aziende virtuose e non solo all’apparenza.
Qualcuno avrebbe mai potuto ipotizzare che in un tempo davvero breve la questione dell’uso della plastica, solo per fare un esempio, avrebbe catalizzato l’attenzione planetaria? Dopo decenni di inerzia, di silenzi, di inquinamento ora iniziamo a comportarci davvero come se ci fossimo svegliati dal torpore. come se avessimo preso coscienza di un problema sottovalutato per troppo tempo.
Del resto basta entrare in un supermercato per rendersene conto: non una rivoluzione immediata ovviamente, ma un cambio di rotta questo si, una maggiore attenzione anche dove non ci sono imposizioni. Nei banchi della verdura confezionata iniziano a vedersi vassoi di cartone imballati nella pellicola compostabile, quella derivata dal mais. E questo è solo un piccolo esempio di quanto i consumatori possano influenzare il marketing.
Il cambiamento importante potrebbe essere quello che porta le persone a diventare davvero l’ago della bilancia, anche grazie all’amplificazione immediata che oggi i social consentono. Al passa parola che può decretare il successo di un’azienda oppure una brusca contrazione delle vendite. Si tratta solo di riprendere in mano una leva che per troppi decenni è rimasta saldamente governata dall’economia, uccidendo etica e ambiente.
Le persone possono fare la differenza con le loro scelte
Il quotidiano impegno di ognuno di noi, il sostegno all’economia circolare, il riciclo puntuale dei materiali, la scelta di fare acquisti consapevoli, l’accettare piccole rinunce: in fondo tutto molto sostenibile per avere un’impronta che vada proprio nella direzione della sostenibilità ambientale.
In questa fase bisogna essere capaci di coinvolgere, abbattendo steccati e costruendo ponti. Facendo capire che non si chiede che le persone tornino nella caverne ma soltanto, e non è poco, che modifichino le loro propensioni d’acquisto. Eliminando o riducendo il consumo di carne, scegliendo veicoli meno inquinanti, acquistando prodotti a filiera corta.
Decisioni importanti, che sicuramente comportano sacrifici ma che se fatte oggi sono ancora nel campo delle libere scelte. In futuro non lo saranno più, diventeranno obblighi ineludibili, se non faremo ora qualcosa di virtuoso. Le piccole azioni contribuiscono a salvare il mondo se sono milioni e milioni. Certo poi occorrono anche quelle di sistema e di lungo periodo, quelle decisioni che competono ai governi. Ma i cittadini non possono più stare fermi, devono agire.
Bisogna far si che il movimento che è sorto grazie a #FridaysForFuture trovi forza e capacità per diventare un pungolo inarrestabile, in grado di imprimere cambiamenti all’economia, rendendola più equa e sostenibile. Per il futuro delle prossime generazioni di uomini, che vogliono assolutamente poterlo vedere con speranza e ne hanno il diritto.