La presenza dei lupi accresce la biodiversità e tutela il territorio: chi afferma il contrario dovrebbe essere in grado di contrastare questa tesi che è la chiave di lettura del valore dei predatori.
Mancano una manciata di giorni perché la Conferenza Stato Regioni esprima il suo parere sul piano del Ministero dell’Ambiente, che rende il lupo cacciabile dopo quasi mezzo secolo di protezione assoluta.
Da una parte il ministro Galletti e il suo piano di (sic) tutela, dall’altra la Conferenza Stato Regioni, una buona rappresentanza del mondo scientifico e le associazioni di protezione; in mezzo, come spesso accade, l’inconsapevole lupo. L’unico che si comporta solo secondo le sue necessità etologiche, mantenendo ben saldo il ruolo a cui lo ha condotto l’evoluzione.
Le leggende costruite dall’uomo sui predatori hanno portato all’estinzione anche animali meno evocativi del lupo, come ad esempio l’avvoltoio degli agnelli o gipeto: come tutti gli avvoltoi anche il gipeto è un necrofago, eppure, nonostante questo è stato portato all’estinzione perché ritenuto, senza motivo, un predatore di agnelli. Solo dopo decenni è stato finalmente reintrodotto sulle Alpi, aggiustando un anello della catena alimentare rotto dall’uomo, dal bracconaggio e dall’ignoranza.
Così il lupo viene visto come un pericolo, un nemico da tenere sotto controllo, reo di predare qualche capo di bestiame e, soprattutto, di mettersi in competizione con i cacciatori nel controllo delle popolazioni di ungulati. Ma è davvero un pericolo? Guardando questo video non si direbbe:
La morale ci dice che dove l’ambiente è in equilibrio, dove non ci sono specie che prendono il sopravvento su altre, tutto torna a essere e vivere secondo un ciclo armonioso, fatto di prede e predatori, di alberi, arbusti e prati che a loro volte alimentano e arricchiscono la vita del territorio, lo preservano dal dissesto idrogeologico. Un regalo che animali e piante fanno all’uomo.
Quello che il video racconta non è una visione idilliaca della natura ma bensì è la narrazione dell’importanza di salvaguardare la biodiversità, grazie a un equilibrio che è andato avanti per secoli e secoli fino a quando non è stato rotto dall’uomo.
Questa sarebbe dovuta essere la politica del nostro ministero, che invece si è schierato a favore degli abbattimenti, spacciati come un mezzo per tutelare il lupi dal bracconaggio. Ora possiamo solo sperare che le regioni italiane mettano il ministro Galletti in un angolo, seguendo l’ashtag di questa, per adesso fortunata, campagna: #CacciaUnNo agli abbattimenti.
Non dimentichiamo mai che la presenza dei lupi accresce la biodiversità e tutela il territorio
#CacciaUnNo #IoStoConIllupo