Lupo divide la politica grazie alle associazioni

Lupo divide la politica grazie alle associazioni: questo è quanto successo nella conferenza Stato Regioni di oggi che non ha recepito, ancora una volta, le proposte del Ministero dell’Ambiente.

Prima doveva essere messo in soffitta per due anni, poi sembrava essere il grimaldello per aprire la strada agli abbattimenti, il piano lupo non trova pace e, purtroppo, nemmeno il lupo. Anche grazie a un ministro che oscilla come un pendolo fra pessime idee e cattivi comportamenti.

Così le regioni non hanno trovato unità di vedute sul piano lupo e solo poche vogliono avere l’autorizzazione ad abbattere gli animali. Le associazioni, con diverse attività, sono riuscite a non far coagulare sugli abbattimenti i pareri regionali, peraltro in assenza di certezze sulla consistenza numerica.

Le associazioni hanno disorientato i governatori delle Regioni?

Diversi studi, fra cui quello recente di Eurac (leggi qui), dimostrano in modo inequivocabile come gli abbattimenti non siano risolutivi per evitare le predazioni, ma anzi possano servire per incrementarne il numero. Come peraltro non sono mai stati risolutivi gli abbattimenti su altre specie. Basti pensare ai cinghiali o alle nutrie.

Bisogna analizzare i problemi con logica e dati scientifici, senza farsi condizionare dai continui allarmismi e dalle volontà dei cacciatori che vedono dei lupi dei competitor che potrebbero regolamentare le popolazioni di ungulati, ridimensionando il prelievo venatorio e gli inutili abbattimenti fatti a ogni piè sospinto.

Ora la conferenza Stato Regioni ha deciso di aprire un tavolo di confronto con le associazioni e questo rappresenta un fatto positivo, specie viste le posizioni del ministro dell’ambiente Galletti, che ha assecondato sin dall’inizio le lobby dei cacciatori e degli agricoltori, senza preoccuparsi di censimenti, piani alternativi agli abbattimenti e utilizzo dei metodi ecologici (leggi qui)

L’ennesimo cambio di rotta darà ora la possibilità di un confronto, non soltanto fra politica e mondo agricolo e venatorio ma anche con le associazioni che a quanto pare sono riuscite a far si che il lupo divida la politica. Forse anche in proiezione del vicino momento elettorale.

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