
In Romania un lupo vicino alle case è stato catturato per essere trasferito in un’area protetta. Il fatto è accaduto a Șimon, un paese situato nella circoscrizione di Brașov, situato a circa un chilometro ad est dal confine del sito di Bucegi. Un’area naturale protetta riconosciuta dalla Comunità Europea come di importanza comunitaria.
Questo fatto non è piaciuto ai residenti che hanno fatto intervenire una squadra, che ha addormentato l’animale. Utilizzando un fucile anestetico il personale della Direcția pentru Monitorizarea și Protecția Animalelor (Direzione per il monitoraggio e la protezione degli animali) ha catturato in modo sbrigativo l’animale. Subito dopo il lupo è stato messo in una gabbia per cani e caricato su un pick-up, dimostrando la scarsa conoscenza di questi animali. Poco dopo la partenza infatti il lupo ha sfondato la gabbia e si è dato alla fuga.
Un’associazione protezionistica della zona ha presentato una denuncia penale nei confronti dei responsabili di fronte al tribunale di Zărnești. Giudicando illecita la cattura del predatore, anche se si trovava alla periferia di un’area abitata. Nel corso del dibattimento il giudice si è chiesto se quanto accaduto rispondesse alle direttive comunitarie in materia di tutela della fauna. Chiedendo l’intervento della corte di giustizia, per dirimere la questione.
La Corte ha stabilito che un lupo vicino case non potesse essere comunque catturato
La normativa europea (Direttiva habitat) si occupa di tutelare la fauna protetta da azioni che possano compromettere la loro esistenza. E spesso la Corte di Giustizia si è trovata a dover esprimere il proprio parere sulla questione. Il rapporto con i predatori infatti è sempre una fonte di controversie, fra chi ne riconosce l’importanza e quanti li vedono come un pericolo.
Questa sentenza della corte è molto importante in quanto, pur rimandando ai tribunali nazionali di occuparsi dei casi singoli stabilisce un principio e un precedente. Legato alla rimozione di animali che possano trovarsi in zone attigue a quelle abitate, come spesso succede ai lupi.
L’articolo 12, paragrafo 1, lettera a), della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali e della flora e della fauna selvatiche, come modificata dalla direttiva 2013/17/UE, del 13 maggio 2013, deve essere interpretato nel senso che la cattura e il trasporto di un esemplare di una specie animale protetta ai sensi dell’allegato IV di tale direttiva, come il lupo, nella periferia di una zona popolata dall’uomo o in una tale zona, possono ricadere sotto il divieto previsto da tale disposizione.
Estratto dalla sentenza della Corte dell’11 giugno 2020
Sono i singoli Stati che, se lo ritengono opportuno, possono eventualmente prevedere specifiche deroghe motivate
Gli animali non conoscono confini e le aree rurali, anche se abitate, possono divenire luoghi di passaggio. Senza che questo possa essere visto come un pericolo per la collettività. Sono alcuni comportamenti umani a far avvicinare i predatori alle aree abitate, come quelli derivanti da una cattiva gestione dei rifiuti. Ora questa sentenza costituirà un punto fermo a livello europeo, nella gestione dei selvatici.
Bisogna riuscire a promuovere una sempre maggior tolleranza da parte delle comunità locali verso la fauna e in particolare nei confronti dei predatori. Facendo crescere la consapevolezza sulla loro grande importanza nel mantenimento della biodiversità. I predatori, infatti, fanno bene all’ambiente e rappresentano dei bioregolatori fondamentali, non dei nemici da combattere.