
M49 orso evaso dal carcere di massima sicurezza rischia la vita: dopo aver superato muri e recinzioni elettrificate è stato infatti dichiarato pericoloso. E per questo i Forestali trentini hanno licenza di sparare per uccidere, secondo l’ordine di Fugatti, presidente leghista della provincia di Trento.
Riepilogando M49 è stato ritenuto responsabile di diverse predazioni, in aree dove non erano attivi sistemi di protezione e prevenzione. Ma con l’orso M49 il presidente Maurizio Fugatti aveva deciso di fare la voce grossa: senza tener conto delle indicazioni del Ministero dell’Ambiente aveva, infatti, deciso di procedere comunque alla sua cattura. Facendo infuriare il ministro Costa.
Il plantigrado era dotato di radiocollare, quindi facile da tenere sotto controllo in modo quasi millimetrico, ancor più facile da catturare sapendo i luoghi in cui si muoveva. Pur sapendo che un orso è in grado di percorrere in una sola notte oltre 50 chilometri. Il cerchio si è chiuso quando M49 è entrato in una trappola a tubo, in val Rendena la scorsa notte. Subito dopo l’orso era stato portato al centro Casteller di Trento, gestito da un gruppo di cacciatori locali.
Già qui il primo mistero perché non risultano video in cui l’animale intrappolato viene anestetizzato. Secondo il giornale “La Voce del Trentino” l’orso non è mai stato anestetizzato. Fatto che resta un grosso dubbio, considerando che M49 è stato privato del radiocollare dopo la cattura, operazione non facile da compiere su un orso vigile.
La fuga dell’orso M49 non è tecnicamente spiegabile
Collocato nel recinto riservato agli orsi, con un muro perimetrale in cemento alto più di quattro metri, dotato di una recinzione elettrificata invalicabile, sembra con una corrente di 7.000 volt. Secondo il governatore Fugatti, che ha dato personalmente la notizia ai media, nessuno può spiegarsi come il plantigrado sia riuscito a evadere. Se questa vicenda non potesse avere risvolti tragici per M49 quasi verrebbe da sorridere. L’intelligenza dell’orso beffa i sistemi di sicurezza progettati dagli uomini!
Ma a causa di questa fuga l’orso è diventato pericoloso per l’incolumità delle persone. Per motivazioni che certo non sono facili da condividere e da spiegare. Come se la pericolosità di un animale potesse aumentare per essere riuscito a beffare i suoi carcerieri. Che certo non hanno fatto una gran figura.
A voler pensare male, dopo aver letto le descrizioni del recinto, viene in mente la famosa “ley de fuga” quella che consentiva, al tempo della frontiera del vecchio West ma non soltanto, di sparare a vista contro i fuggiaschi. Ai quali talvolta erano usi lasciare la porta della cella aperta.
E forse qualche pensiero al merito potrebbe essere venuto anche al ministro Sergio Costa, che già aveva preso le distanze dalle scelte trentine. Come si legge in questo post pubblicato su Facebook dal ministro:
Non ci sono precedenti di fuga di un orso da un recinto come quello di Casteller
Prudenza avrebbe voluto che captivando un orso abituato a spazi ben diversi lo stesso fosse monitorato dal personale del centro e che, comunque, ci fossero dei filmati fatti dalle telecamere di sorveglianza. Non amo le teorie complottiste ma questa dell’orso M49 è davvero una strana vicenda. Troppi tasselli non sembrano combaciare.
“Forse riusciremo a trovarlo nel momento in cui si ciberà. Sul fatto che non avesse il radio collare è “normale, era nella gabbia, non era necessario. Era impensabile che fuggisse” .
Claudio Groff, capo del Dipartimento grandi carnivori della provincia di Trento (dichiarazione fatta al giornale Repubblica e pubblicata in questo articolo)
I precedenti insegnano che molte bugie hanno costellato le storie di orsi uccisi
Non si possono escludere sorprese nella questione di M49, che sembra avere i contorni di un romanzo giallo ma che potrebbe prevedere una brutta fine per il platigrado. La storia di Daniza del resto, con la sua morte causata da una negligenza e con una sentenza di pericolosità basata su una falsa aggressione, non fanno stare tranquilli.
Senza dimenticare l’orsa KJ2, rea di essersi comportata in modo minaccioso con un idraulico che andava per boschi con il suo cane. Allora il presidente Ugo Rossa diede e fece eseguire l’ordine di abbattimento, che avvenne fra le proteste internazionali.
Con un governatore ancor più muscolare dei precedenti che non vuole certo far peggiori figure di quelle che lui e la sua amministrazione leghista stanno facendo. La gestione dei grandi carnivori sembra il problema più grande del Trentino, ma non è proprio così.
Maurizio Fugatti è stato disposto a scontrarsi con il ministro dell’Ambiente Costa, forse perché si sente spalleggiato dal ministro dell’Interno Salvini, che non si può certo definire un rispettoso ecologista. Nei prossimi giorni si capirà di più su quanto successo e su quanto (forse) ancora dovrà succedere. Insomma in questa storia non si capisce cosa sia accaduto realmente, cosa sia già successo e cosa dovrà ancora (davvero) succedere.
Pronto a ricredermi come sempre e a raccontare il seguito.