Due leoni anziani e due cuccioli soppressi allo zoo di Copenaghen
Due leoni anziani e due cuccioli soppressi allo zoo di Copenaghen

Ancora morte allo zoo di Copenaghen. Dopo l’abbattimento della giraffa Marius, uccisa, smembrata davanti ai bambini e data in pasto ai leoni, sono stati uccisi due leoni anziani ed i loro due cuccioli, per far posto a un leone maschio più giovane, che avrebbe dato vita un nuovo branco. L’inserimento del giovane leone avrebbe indubbiamente creato una serie di alterazioni all’interno del branco che, probabilmente, si sarebbero concluse con la morte degli animali, uccisi da parte del nuovo arrivato.

Quindi secondo lo zoo di Copenaghen e il suo direttore non è successo nulla di diverso da quello che sarebbe probabilmente accaduto. Ma non è proprio così. La realtà è che dietro un discorso basato sulla conservazione, sull’importanza di mantenere linee di sangue che non derivino da accoppiamenti fra consanguinei, si cela una scelta basata esclusivamente sul calcolo economico. I visitatori non vogliono vedere un branco di leoni vecchi, bisogna quindi esporre animali giovani e prestanti che diano idea di potenza e forza.

Morte allo zoo perché the show must go on, ma sempre con animali giovani e in salute

Per far posto ai nuovi arrivati alcuni vecchi leoni vengono uccisi, con la stessa disinvoltura con la quale si potrebbe decidere di cambiare divano: nulla di scientifico, solo la dittatura dell’economia rispetto all’etica. Probabilmente anche l’attenzione alla prevenzione di scontri fra gli animali trova giustificazione dalla necessità di tutelare un patrimonio economico da ferite che avrebbero potuto essere causate nel corso delle lotte.

In questo modo però lo zoo rivela un’altra scottante realtà: molti dei programmi di conservazione sono una copertura per far accettare la cattività degli animali, situazione che l’opinione pubblica inizia a non voler più vedere. Gli animali selvatici imprigionati in recinti, con il solo fine di essere esposti al pubblico, sono oramai vecchi retaggi del secolo scorso.

Privi di un reale motivo per giustificare la sofferenza inflitta agli animali, causata da una vita innaturale trascorsa dietro un barriera, che sia una gabbia o un fossato. I leoni sono forse i felini più presenti negli zoo e la loro conservazione, intesa come conservazione del patrimonio genetico e della biodiversità, è già abbondantemente garantita in cattività e non vi è quindi alcun bisogno di comportamenti come quelli che continua a perseguire lo zoo di Copenaghen.

La conservazione è uno scudo che serve per proteggere l’immagine, ma è poca cosa rispetto al denaro prodotto

La vera conservazione delle specie animali i può fare con successo in situ e questa si realizza attraverso la tutela del territorio, degli habitat. Gli altri motivi i che vengono continuamente proposti al pubblico sono spesso alterazioni della realtà diffuse con la complicità dei media. Questo lo dimostra il valore commerciale di un leone: oscilla fra i 300 e i 500 Euro, meno del prezzo al pubblico di un chihuahua che arriva dall’Est Europa.

Gli zoo devono diventare dei centri di recupero della fauna selvatica ed esotica, dei luoghi che siano utili a risolvere le costanti problematiche che esistono sulla collocazione degli animali sequestrati o confiscati trasformandosi da luoghi di inutile prigionia a santuari necessari per gestire il grande problema derivante dalle condizioni di maltrattamento in cui versano molti animali selvatici e esotici.

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