Foto tratta dal sito del PNALM

L’orsa marsicana Barbara era stata chiamata così alla sua prima cattura nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). È un’orsa che ora ha un radiocollare GPS che consentirà di monitorare i suoi spostamenti nei prossimi mesi. Gli orsi marsicani, a differenza di quelli trentini, hanno sempre avuto un nome, che li identifica.

Due modi completamente diversi di intendere un rapporto: il nome ha una sua dignità, diventa una connotazione personale, crea un legame e, alcune volte, racconta di comportamenti e di abitudini. Proprio come avviene per i soprannomi dati alle persone.

Così c’è l’orsa Amarena, che non è stata chiamata Amarena per caso, ma per il fatto di essere golosissima di ciliegie, me anche di susine. Questo peccato di gola la porta a fare frequenti incursioni nel paese di San Sebastiano dei Marsi, per arrampicarsi sugli alberi e fare scorpacciate di frutti.

L’orsa marsicana Barbara frequenta i frutteti creati per gli orsi

Barbara è stata ricatturata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG). Dopo un attento monitoraggio che ne aveva rilevato la presenza nei boschi sopra Pettorano sul Gizio. In questo periodo l’iperfagia -la fase durante la quale gli orsi mangiano molto per accumulare grasso prima del letargo invernale- l’aveva evidentemente portata verso i frutteti creati nella Riserva.

Barbara è una femmina di 5 anni, pesa circa 120 chili e, da oggi, grazie ai dati raccolti dal radiocollare potrà aiutarci ad acquisire informazioni importanti anche sul processo di espansione della popolazione all’interno del suo areale potenziale e dove, in definitiva, si gioca la partita della conservazione di questa specie.

Dal comunicato stampa congiunto di parchi e riserva

Gli orsi vagano, come tutti gli animali, per cercare le migliori opportunità per nutrirsi, andare in letargo e allevare i cuccioli. La popolazione dell’orso marsicano è sempre al limite del “collo di bottiglia”, confine varcato il quale si rischia molto concretamente l’estinzione. Per questo è molto importante raccogliere dati sui loro movimenti.

Il collo di bottiglia dal quale devono uscire gli orsi marsicani

Con una popolazione stimata in soltanto una cinquantina di individui questa sottospecie viene osservata, studiata e tutelata con grande attenzione. Ma anche con grande amore da parte degli abruzzesi che con gli orsi e con i lupi convivono, certo meglio di quanto accada con i trentini.

Per gli orsi, gli spostamenti, e con essi le esigenze di conservazione e di gestione, richiedono capacità di vedere e pensare oltre i confini amministrativi. Dentro e fuori dal Parco, che si tratti di quello o dell’altro Parco oppure della Riserva. Concetti questi superati dall’indole del plantigrado, abituato a muoversi in cerca di cibo e di luoghi sicuri, senza troppo chiedersi quali e quanti confini amministrativi debba attraversare.

La cattura di Barbara è il frutto, l’ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti alla tutela ed alla conservazione dell’orso marsicano su scala vasta. Creando grandi sinergie che hanno portato i frutti sperati e che rappresentano solo uno dei risultati dell’intensa e proficua attività di collaborazione.

Grazie a questo l’areale dell’orso sembra essere in espansione e questa è una gran bella notizia per quanti lottano per il suo futuro. Che gli uomini hanno il dovere di garantire agli orsi marsicani.

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