Orsi e lupi sono ostaggi della politica del Trentino

Orsi e lupi sono ostaggi della politica del Trentino che decide di autorizzare il prelievo venatorio in contrasto con le leggi nazionali e le direttive europee.

Non si ferma la linea dura verso i grandi carnivori adottata dalla Provincia autonoma di Trento, decisa a far valere con Bolzano la piena autonomia sulla sorte di orsi e lupi.

Provvedimento dopo provvedimento è arrivato a quello definitivo il progetto che le due provincie autonome hanno deciso di portare avanti, sfidando il governo centrale e l’Europa.

In passato questa idea di poter procedere a cattura, prelievo e uccisione di orsi e lupi era già stata bloccata dal ministro Galletti, che verrà ricordato come uno dei peggiori ministri dell’ambiente della Repubblica. Dopo aver bloccato il piano del Trentino, era il 2015, il ministro cercò di ottenere comunque deroghe che consentissero l’abbattimento.

Il punto focale resta sempre lo stesso e ruota, apparentemente intorno a due problemi: gli attacchi degli orsi alle arnie e in modo minore al bestiame e le predazioni degli animali da reddito da parte dei lupi. Due falsi problemi che potrebbero essere risolti in modo completamente diverso.

Appare indubbio che il lupo abbia risalito lo stivale da sud a nord, senza intervento alcuno da parte dell’uomo e questa espansione sia stata agevolata da motivazioni di portanza ambientale, che non includono certo il bestiame. Il territorio italiano, in particolar modo per quanto riguarda la parte montana, non era più utilizzato in modo estensivo e questo, unitamente a una serie di altri fattori, ha consentito l’incremento della popolazione dei lupi.

Non bisogna dimenticare che i lupi hanno come prede di elezione gli ungulati come cervi, caprioli e cinghiali e non tanto il bestiame domestico. Quest’ultimo, peraltro,  se fosse adeguatamente protetto non correrebbe gli stessi rischi che corre ora, proprio a causa del rifiuto dei pastori di adeguarsi alle nuove condizioni.

Recinti elettrici e cani da guardiania possono difendere gli animali che sono al pascolo e le stesse protezioni elettrificate potrebbero efficacemente proteggere le arnie dalla predazione fatta dagli orsi.

Ma su questo fronte politica e cacciatori sono irremovibili, alimentando paure che trovano un grande amplificatore nella stampa, in particolare quella di bassa qualità. Sui media si parla di queste tematiche sempre con toni allarmistici, come se in ogni angolo fosse nascosto un “lupo cattivo” capace di sbranare i bambini.

Ora, nonostante i tanti pareri contrari e gli studi scientifici, l’assessore Dalla Piccola ha deciso di provare a tirare la corda dell’autonomia provinciale sino alla massima estensione, sperando evidentemente non solo che non si rompa ma anche di uscire vittorioso da questo scontro. Fatto che parrebbe estremamente improbabile.

In breve la legge provinciale consentirà di catturare e abbattere un certo numero di orsi e di lupi ma ci sono ottime ragioni per pensare che il ministro Costa si metta di traverso e che il Ministero dell’Ambiente impugni il provvedimento. Ma fino a che non cambierà la cultura e i toni usati da politica e dagli organi di informazioni gli orsi e i lupi non saranno mai al sicuro.

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