Papa Francesco e il circo, un rapporto che da vita a un messaggio che francamente crea perplessità, specie quando viene da una figura carismatica che possiede un’incredibile attenzione verso ogni forma di sofferenza e ha acceso una fiammella di speranza anche nelle persone più laiche, per chiarezza, coraggio e il suo essere ecologista.
Mi sono immaginato di poter scrivere una lettera a Papa Bergoglio, al papa venuto da lontano, quasi dalla fine del mondo, pensando che potesse avere un minuto per leggerla, pur occupato con tutti gli enormi problemi che il suo ruolo comporta. Un gioco d’immaginazione per poter raccontare a Lui la mia delusione per il fatto di aver regalato ai clochard di Roma uno spettacolo al circo, mandando a prenderli con le macchine della curia vaticana; azione quest’ultima davvero encomiabile ma anche divertente e conforme ai modi di questo papa, pensando alla faccia di tanti prelati meno inclini di Francesco all’esercizio reale della carità cristiana. Questa lettera immaginaria l’avrei scritta così:
“Caro Francesco, in più di un’occasione, pur da laico, mi ha davvero commosso per il Suo comportamento franco, schietto, lontano da ogni convenienza, compresa quella normalmente usata verso la curia romana. Parole taglienti come lame, nei confronti di potenti, politici, corrotti, speculatori ed evasori che mi hanno riconciliato, almeno in parte, con un mondo, il Suo, dal quale mi sono sempre tenuto lontano, forse troppo legato al terreno e poco incline a essere baciato dalla fede. Poi la Sua enciclica, la Sua attenzione alla casa comune -la nostra amata e bistrattata Terra- hanno ulteriormente rinvigorito la mia stima nei Suoi confronti, da uomo piccolo verso una Persona che ha un grande potere anche solo nelle sue parole. Non dimentico la condanna contro il traffico dell’avorio, contro il bracconaggio degli elefanti pronunciate con voce ferma durante il Suo viaggio in Africa. Quelle parole mi hanno davvero colpito, era la prima volta che un Papa, che non a caso ha scelto il nome di Francesco, parlava di elefanti e di bracconaggio e di difendere animali meravigliosi dall’avidità dell’uomo.
Però, purtroppo, anche oggi mi è sorta una domanda alla quale non riesco a dare risposta. Come fa Santità a non considerare che la cattività, la prigionia degli animali nel circo, rappresenta una mortificazione del creato, un asservimento senza alcuna necessità di esistere, specie nel nostro secolo, una sofferenza tanto profonda quanto inutile? Esiste la sofferenza degli uomini, e non saranno mai abbastanza gli sforzi per alleviarla, ma esiste anche quella degli animali e su questa, proprio sulla necessità di non infliggere sofferenze inutili, avrei tanto sperato in una Sua parola, avrei voluto che invitasse i senza tetto di Roma a vedere un circo senza animali, per non alleviare la sofferenza alimentando altra sofferenza, certo diversa, ma non per questo da non considerare. Credo che noi uomini dobbiamo abituarci a considerare di più la sofferenza, specie quella che non ha giustificazione alcuna, come nemica dell’educazione al rispetto, come un piccolo grande segno di prevaricazione anche quando viene esercitata sugli animali. La parola rispetto Lei Santità la sa declinare certo meglio di quanto sappia farlo io, che pur ritenendomi una persona attenta sono infinitesimamente lontano da Lei nella strada della carità e del rispetto verso tutti gli esseri umani.
Mi piacerebbe poter sentire una parola contro la sofferenza non solo degli uomini ma anche degli animali, che detta da una figura come la Sua acquisterebbe un enorme valore e darebbe un segnale chiaro circa il fatto che tutti gli esseri viventi dovrebbero essere rispettati dall’uomo. La ringrazio di cuore Santità per tutti gli sforzi che sta facendo per rendere migliore questo mondo, molto più di quanto mai abbiano fatto fino ad ora i leader mondiali, quale che sia la Sua idea riguardo ai diritti degli animali. Davvero con grande stima.”
L’avrei scritta così, per pensare di raggiungere Papa Francesco, che ha dimostrato di avere realmente un grande cuore e un’integrità morale che sono motivo di enorme stima per l’uomo Bergoglio, per il Papa senza paura. Se poi dicesse una parola in più sulla sofferenza degli animali resterei davvero senza fiato.