Solo i codardi abusano degli animali, ma anche solo i codardi non denunciano.

Solo i codardi abusano degli animali, ma anche solo i codardi non denunciano i maltrattamenti ai quali assistono.

I social media sono pieni di annunci su probabili maltrattamenti, di black list di adottanti che poi in realtà maltrattano gli animali, di insulti, parolacce, invettive e minacce contro chiunque si azzardi a maltrattare un animale. Ma la realtà è come sembra?

Purtroppo la realtà è ben diversa, il popolo dei social urla, si scalmana e minaccia ma se poi viene invitato a testimoniare i più spariscono, non rispondono, si comportano in un modo eticamente riprovevole, rinunciando a denunciare per paura. Certo questo non può essere un concetto generalizzato, però sicuramente, salvo poche eccezioni lo pseudonimo salva, il profilo fake aiuta e, per contro, il coraggio spesso svanisce. Il principale ragionamento che si nasconde dietro questo comportamento vigliacco è uno strano sillogismo: “io te lo dico, ti informo e tu (inteso come associazione o forza di polizia) devi provvedere perché io ti ho detto cosa accade”. Insomma, diciamolo senza giri di parole: questo è il coraggio della vigliaccheria.

Vivo in mezzo a queste situazioni e ogni volta penso a Roberto Saviano, al costo che ha pagato nella sua vita per denunciare situazioni ben più grandi e ben più rischiose del maltrattamento di animali e sono disgustato da tanta vigliaccheria: si parla di mafia, di omertà, di corruzione, si sostengono le persone come Saviano e poi non si ha il coraggio di metterci la faccia per denunciare il vicino di casa, l’inquilino del piano di sotto il cui profilo criminale spesso è più vicino a quello di Totò che non a quello di Carmine Schiavone dei casalesi.

Ma noi che ci occupiamo di animali tante, troppe, volte dobbiamo ammettere la nostra impotenza di fronte all’assenza di testimoni: ci sono situazioni il cui accertamento non dipende dalle testimonianze, ma molte altre dove senza testimoni non si fa un passo avanti. Un parallelo con la violenza di altre categorie deboli, come talvolta lo sono i minori e le donne: senza la testimonianza di un vicino per quante volte una donna andrà al pronto soccorso dichiarando che è caduta dalle scale?

Siamo così sicuri quindi che il vero vigliacco sia chi maltratta gli animali, piuttosto che chi gira la faccia dall’altra parte, chi si sente un eroe perchè mette un like su Facebook oppure fa un retweet? Posso solo dire, per esperienza, che noi potremmo colpire il doppio, per difetto, dei responsabili di maltrattamento di animali, di traffico di cuccioli o di commercio illegale di animali selvatici se le persone ci mettessero la faccia, il nome, una firma su una denuncia.

Prima di essere paladini degli animali occorre essere cittadini e non sudditi, uomini e non ominicchi o quaquaraquà come diceva l’indimenticato Leonardo Sciascia. Celebriamo uomini come Falcone e Borsellino, ci sentiamo vicini a Saviano, esaltiamo il coraggio di molti servitori dello Stato, ma poi non abbiamo il coraggio di denunciare il vicino che maltratta gli animali. Questo paese deve cambiare, meno celebrazioni e meno vicinanza agli eroi, più coraggio nel quotidiano: sarà quello a modificare la nostra società.

 

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