In Svizzera il lupo resta protetto: il referendum boccia, di stretta misura, la riforma della legge sulla caccia

In Svizzera il lupo resta integralmente protetto e non potranno essere abbattuti nemmeno alcuni esemplari. La proposta di modifica del’attuale legge, presentata sulla spinta delle organizzazioni agricole e venatorie, prevedeva di poter attuare operazioni di selezione. Da effettuare all’interno di ogni singolo branco per ridurne la consistenza. La richiesta di modifica è stata sottoposta quindi a un referendum popolare, su richieste delle associazioni.
Gli elettori oggi hanno bocciato la proposta di modifica della legge: il no ha infatti vinto, seppur con un vantaggio di pochi punti percentuali. Lo scontro si è concluso con il 51,9% degli aventi diritto che hanno bocciato la proposta di modifica. In questo modo il lupo manterrà il suo status di specie non cacciabile.
Secondo gli ultimi censimenti federali sui lupi nel 2019 erano presenti sul territorio della Confederazione Elvetica circa 80 esemplari, suddivisi in diversi branchi. Come avviene in Italia è successo che si siano verificati episodi di predazione sugli animali al pascolo, in particolare nei confronti di pecore e capre. Da questi episodi è scaturita la richiesta di poter effettuare dei prelievi selettivi, abbattendo alcuni lupi per ogni branco. Con una modifica dell’attuale legge, oggi sottoposta a referendum, che risaliva a un tempo in cui in Svizzera non erano ancora tornati i lupi.

Ora in Svizzera il lupo resta protetto e non saranno possibili neanche limitati abbattimenti
Sino all’ultimo la decisione è stata in bilico fra la vittoria del si e quella di chi si opponeva al contenimento numerico dei lupi. Ma poi è prevalsa la volontà di quanti, non legati al mondo della caccia e dell’allevamento, hanno, votando no, dimostrato di aver capito l’importanza del predatore per il mantenimento dell’equilibrio naturale.
Per questa volta hanno quindi vinto i lupi, che non potranno essere oggetto di selezione. E anche gli allevatori svizzeri dovranno rassegnarsi a tutelare gli animali al pascolo con cani da guardiania e recinti elettrificati, proprio come avviene in Italia. Peraltro la selezione all’interno dei branchi, fatta dall’uomo, avrebbe potuto causare la loro destrutturazione. Arrivando ad avere il risultato opposto a quello sperato.
Un branco in equilibrio infatti rivolge normalmente la sua attenzione alle prede selvatiche come cervi e cinghiali. E solo raramente può accadere che i lupi possano predare animali d’allevamento. Una circostanza che potrebbe essere anche causata da una cattiva gestione dei rifiuti e degli animali morti da parte degli allevatori. Inutile negare che questa sconfitta è importante anche per i lupi in Italia, già oggetto di continue uccisioni illegali.