Chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia

Chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia sarebbe un segno di progresso culturale. Ma liberare i visoni non è la strategia giusta.
A dicembre sono stati liberati un migliaio di visoni da un allevamento, senza rivendicazioni, senza clamore. E’ accaduto a Noceto, in provincia di Parma, dove è presente un allevamento.
Molti animali sono stati investiti, altri saranno stati uccisi dalle persone del posto. Altri ancora sono sopravvissuti e si comportano da visoni: predando polli e piccoli mammiferi. Come è giusto che sia.
Gli animali da pelliccia vengono allevati in condizioni disumane, trascorrono tutta la loro breve in piccole gabbie, in solitudine, camminando su pavimenti di rete. Sono allevati in moda da essere esposti alle correnti d’aria, per far venire loro una pelliccia più folta e meglio pagata. Una vita davvero miserabile, trascorsa solo per la vanità di chi ancora desidera possedere una pelliccia.
Un mercato che si è contratto in molti paesi europei ma che sale nei paesi con economie in crescita, nelle quali aumenta il tenore di vita delle persone. Le pellicce sono da sempre viste come uno status symbol, che dimostra la il livello di benessere economico di chi le indossa, anche se in buona parte dell’Europa sono soggette da tempo a forti critiche. Che non hanno fatto crollare completamente il mercato, ma che hanno contribuito a ridurlo.
Sempre più stilisti stanno abbandonando l’utilizzo di pellicce vere per ragioni etiche, ma anche per non essere al centro di critiche di un pubblico sempre più sensibile. A ogni stagione della moda l’elenco delle maison che si convertono al cruelty free si allunga e questo fa ben sperare.
Resta il fatto però che la sensibilità verso la sofferenza degli animali non possa, comunque,far vedere in modo positivo la liberazione dei visoni in natura. Se è vero che sia meglio morire liberi che vivere in condizione miserevoli è altrettanto vero che queste liberazioni creano danni collaterali. Che saranno pagati sempre dagli animali.
E’ successo con le nutrie, allevate per la pelliccia e poi, a causa di liberazioni insensate, diventate animali giudicati invasivi. Ma la nutria è l’emblema della questione, ma è in buona compagnia (purtroppo). La lista dei cosiddetti animali alieni, che provengono da liberazioni o fughe è infatti lunga: scoiattoli grigi, tartarughe americane, parrocchetti monaci e dal collare, procioni, gamberi della Louisiana e anche pesci siluro (leggi qui)
Tutti animali che oggi in Italia sono oggetto di catture, abbattimenti e persecuzioni. A causa di persone irresponsabili che ne hanno consentito l’importazione e l’allevamento e di altri, altrettanto irresponsabili, che li hanno liberati in natura. Alimentando stragi senza fine, diventando corresponsabili di inutile sofferenza.
I visoni degli allevamenti sono animali originari del Nord America e il loro insediamento sui nostri territori non rappresenta una situazione auspicabile, ma al contrario un danno. Inoltre liberare animali che hanno visto solo una gabbia espone la maggior parte di loro, comunque, a morte certa. Queste azioni, anche qualora siano state messe in atto da persone che volevano contrastare il maltrattamento dei visoni, finiscono per ritorcersi contro gli stessi animali liberati.
Ora il sindaco di Noceto, sotto le pressioni dei cittadini della zona, chiede che qualcuno si occupi del danno e elimini il problema, con le buone o con le cattive. Come riportano chiaramente alcuni giornali locali come La Gazzetta di Parma. E questo significherà ancora animali uccisi.
Per questo il traguardo non è qualche liberazione, dannosa, ma arrivare a far vietare l’allevamento di animali da pelliccia. Un traguardo che poi non sarebbe così irraggiungibile.