L’evento Mock Cop26 organizzato dai giovani del pianeta, per pungolare i politici ad agire subito

E’ stato organizzato dal basso l’evento Mock Cop26 , per far capire ai governanti del pianeta che non è più tempo di rinvii. I giovani attivisti per l’ambiente non hanno gradito il rinvio della conferenza Cop26, deciso a causa della delicata situazione sanitaria mondiale. Decidendo di dar vita in autonomia a un evento planetario, rigorosamente online, che consenta di mantenere viva l’attenzione sul problema. Ma non sarà solo un evento di protesta ma anche di urgente proposta.

In attesa che si faccia la Cop26, che era stata convocata a Glasgow per i primi di novembre dalle Nazioni Unite, i giovani hanno deciso che non si potesse più restare fermi. Se l’emergenza sanitaria incombe, ma prima o dopo sarà mitigata, il tempo per attuare politiche ambientali intelligenti è finito. Considerando anche il deludente risultato con cui si era conclusa la Cop25, che aveva sancito un nulla di fatto.
All’evento Mock Cop26, in programma da 19 novembre al 1° di dicembre, parteciperanno giovani provenienti da 118 paesi del mondo. Determinati più che mai non solo a parlare di clima, energie rinnovabili, contrasto a quelle fossili e di giustizia climatica, ma anche nel voler formulare proposte. Da sottoporre ai governi del mondo, che si stano muovendo con una lentezza ingiustificata, motivata solo da ragioni economiche. Che non tengono conto dell’urgenza del problema e delle disparità sociali che stanno sempre più premendo alle porte dell’Occidente.
L’evento Mock Cop26 dimostra nelle sue intenzioni che “volere è potere”
I giovani dimostrano di essere concreti e capaci e di aver ben compreso che dalla loro mobilitazione dipenderà il futuro che avranno. Non intendendo più lasciare solo ai governi le scelte che li riguardano molto da vicino. Chiedono di essere ascoltati, capiscono l’urgenza del problema e sanno che il conto delle mancate azioni sarà pagato in modo molto concreto dalle prossime generazioni. Per questo non credono più alle promesse e vogliono partecipare attivamente al processo decisionale che riguarda il loro futuro.
Un progetto di cittadinanza attiva e di impegno che deve essere accompagnato e assecondato. Potrebbe essere in grado di risvegliarci dal nostro torpore, dalla lentezza con cui si propone di attuare i cambiamenti e da una visione che spesso è troppo di breve periodo. L’impegno e l’attivismo, non solo dei giovani ma dell’intera popolazione, è un obiettivo che sarebbe molto importante raggiungere, per poter dare una svolta in tempi brevi.
Mentre si cerca di prendere sempre più le distanze da una politica energetica basata sull’utilizzo delle energie fossili, fortemente inquinanti e responsabili del riscaldamento climatico, molti le stanno ancora cercando. Facendo prospezioni in mare per scoprire nuovi giacimenti di petrolio e gas invece che investire in politiche esclusivamente basati sull’uso delle energie pulite. Come sta succedendo nel mar Mediterraneo da parte della Turchia, contribuendo a mantenere alto il tasso di conflitto con la Grecia.
Occorre lavorare per le energie pulite, l’equità climatica e l’equa distribuzione delle ricchezze
I cambiamenti climatici sono evidenti quanto lo sono gli effetti di questa pandemia e sono sotto gli occhi di tutti. Lo scoppio di questo gravissimo problema sanitario è dovuto alla nostra cattiva gestione delle risorse, a un’economia di rapina e all’invasione dei territori abitati dagli animali selvatici. L’uomo non ha tenuto conto dei numerosi avvertimenti lanciati dagli scienziati per decenni e ora non ha nemmeno il tempo di pentirsi per questa sordità. Travolto dagli eventi del momento e da cambiamenti che non abbiamo voluto governare.
L’Artico si sta sciogliendo, le temperature salgono ovunque modificando gli ambienti, in tempi troppo veloci per consentire agli animali e ai vegetali che li abitano di adattarsi. Aumenta in modo sempre più forte il divario economico fra i pochi uomini ricchissimi e i miliardi di persone costrette a vivere in povertà, senza poter accedere a cure mediche, acqua pulita e risorse alimentari adeguate.
Un mondo che deve cambiare se non vuole assistere all’esplosione di conflitti sociali molto pericolosi e assistere a migrazioni epocali causate dall’innalzamento dei mari. Causato dallo scioglimento dei ghiacciai e della calotte polari.
E mentre nell’opulento occidente continuano a esserci sprechi e consumi eccessivi, anche se anche da noi la povertà sta avanzando ci sono ancora luoghi del mondo dove l’emergenza è la fame e non la pandemia. Posti dimenticati, per molti sconosciuti, dove cambiamenti climatici e emergenze sanitarie peseranno più che altrove, come si può leggere nelle campagne di Oxfam.