COP25 nulla di fatto contro i cambiamenti climatici nella conferenza di Madrid, nonostante gli appelli, rimasti inascoltati, a livello mondiale. Il punto oramai non è più quello di non comprendere l’urgenza, che è sotto gli occhi di tutti, ma il non voler compiere rinunce.
Il problema è planetario, la Terra si sta preparando a farsi travolgere dai cambiamenti climatici a causa di un ritardo, drammatico, nell’affrontarlo. Non sono bastati gli stimoli dei movimenti come Fridays For Future o delle personalità come Antonio Guterres, segretario delle Nazioni Unite per ottenere una svolta.
COP 25 ha fallito, questa è la realtà dura da accettare
I governi hanno dimostrato tutti i loro egoismi, cercando di far pagare ad altri i costi del problema che in buona parte hanno causato. Stiamo parlando dei paesi più industrializzati, proprio gli stati che hanno maggiori responsabilità sulle attività antropiche che hanno innescato il cambiamento climatico. Il ragionamento fatto è davvero semplice quanto folle: non potete chiederci di rinunciare al nostro benessere.
Ora per cercare di arrivare a qualche auspicabile risultato sarà necessario attendere COP26, come sempre carica di promesse che poi rischiano di restare tali anno dopo anno. Nel frattempo la diplomazia si muove, i tecnici lavorano, la politica chiacchiera e racconta spesso favole.
Intanto miliardi di persone vivono in condizioni sempre più disperate, aggravate dai cambiamenti climatici. Mentre la ricchezza sul pianeta si concentra sempre più, essendo in mano a pochissime persone, con percentuali oramai a una sola cifra. I ricchi stanno chiedendo ai poveri del mondo di rimboccarsi le maniche, di fare ciò che non saranno mai in grado di fare.
COP25 Madrid, parte la corsa contro il tempo per arrivare a mettere in campo progetti concreti per contrastare il cambiamento climatico. I cittadini si attendono azioni reali, progetti di periodo, scelte in grado di contrastare scenari drammatici. Vorrebbero vedere autorevolezza mentre continuano ad ascoltare solo propaganda.
Il clima è nelle agende di tutti: governi, organizzazioni mondiali, aziende e singoli cittadini. Quello che manca però è la volontà di dare concretezza all’esigenza di cambiamento, una reale percezione dell’urgenza che la scienza ritiene immediata. Poco il tempo per cambiare, con molte cose da fare.
I ragazzi dei #FridaysForFuture lo stanno chiedendo da tempo, ma l’impressione è che restino, nei fatti, inascoltati. Troppe le promesse ma poche le decisioni effettive, mentre dovrebbe essere l’esatto opposto. Meno parole e molte più azioni. Soprattutto con gesti e progetti coerenti, non soggetti a continui cambiamenti.
Cop25 Madrid deve portare a strutturare progetti reali
Continuando a parlare di cambiamenti climatici senza agire di conseguenza non porterà a risultati, si sta soltanto cercando di rassicurare le persone, falsando la percezione della realtà. Il governo del paese sembra avere molta confusione sulle strade da percorrere: annunciando provvedimenti contro la plastica che durano un giorno. Dimostrando una completa incapacità nella gestione di fenomeni prevedibili, come il problema dei rifiuti.
I rifiuti di Roma sono la dimostrazione che il nostro paese ha un problema in più di altri: l’incapacità di prevedere, l’incoscienza di non riuscire a produrre piani di periodo. Nemmeno quando parliamo di rifiuti, che nel loro ciclo non hanno nulla di imprevedibile. Eppure da decenni abbiamo una capitale in costante emergenza, senza che vengano trovate soluzioni efficaci, utili , durature. Unica costante sembrano gli scandali e le azioni della magistratura, che servono a combattere i reati, ma non possono essere risolutive.
Una città come Roma produce giornalmente tonnellate di rifiuti: un dato misurabile, prevedibile, supportato da statistiche pluriennali. Eppure la loro gestione è avvenuta prevalentemente utilizzando il peggior sistema di trattamento: la discarica. L’equivalente di nascondere lo sporco sotto il tappeto, con la consapevolezza che non potrà sparire da solo.
Se non trovano soluzione i rifiuti della capitale cosa riusciranno inventarsi per contrastare i cambiamenti del clima
Non si tratta di essere disfattisti ma il dato certo è che numerosi governi centrali, regionali e locali non sono riusciti a risolvere il problema. Definito sempre come un’emergenza, che ha portato anche a spedire i rifiuti all’estero, causando ulteriori costi e inquinamento.
Partendo da questa certezza occorre che chi tira le file del paese si renda conto che il tempo, e non solo per gli orsi polari avviati verso un’estinzione che pare inevitabile, resta davvero poco. Non bastano proclami, occorre essere consapevoli che il problema climatico è schizzato in vetta a ogni altra priorità.
Non ci sono questioni più importanti perché se non freniamo questo si scatenerà l’Apocalisse: riduzione delle terre emerse, diminuzione delle risorse alimentari, migrazioni planetarie inarrestabili. Altro che quattro barconi e qualche centinaio di migliaia di migranti. Che qualcuno definisce clandestini appena mettono un solo piede in barca.
I cittadini del mondo si aspettano molta, molta concretezza dalle decisioni che scaturiranno dalla COP25 di Madrid: ogni giorno che passa è un giorno perduto, ogni azione non svolta erode un po’ di terra sotto i nostri piedi. Siamo davvero stanchi di governanti così miopi, capaci di guardare solo ai traguardi elettorali, cioè a domani non al futuro.
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