Sono le elezioni il pericolo per la fauna, per la continua ricerca dei voti fatta dai politici

Sono proprio le elezioni il pericolo per la fauna: gli animali infatti rappresentano uno strumento utile per avere consenso e il politico sa come mixare gli ingredienti. Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha dichiarato di voler eliminare la protezione dei lupi nella quasi totalità degli stati della confederazione. Pur sapendo, per ammissione dello stesso servizio statale che si occupa di fauna, che il loro numero è stabile e non si prevedono incrementi.
Ma si sa che i predatori in ogni angolo del pianeta danno fastidio, molto fastidio, a due categorie: allevatori e cacciatori. Che in massima parte vivono fuori dai contesti cittadini sempre più ostili al presidente. Diventando così una merce di scambio per ottenere voti in cambio di promesse. Dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, che in tutto il mondo queste due categorie rappresentano un valore elettorale irrinunciabile.
Con buona pace delle organizzazioni che si occupano di tutela dell’ambiente e degli animali. Che continuano a presentare ricorsi, spesso vincenti, sino a quando il cambiamento delle leggi li mette all’angolo. Spesso, per fortuna degli equilibri ambientali, molte promesse, come le bugie hanno le gambe corte. Ma nel caso americano potrebbero mettere in forse una grande fetta della popolazione dei lupi, magistralmente descritti nel libro La saggezza dei lupi.
Ma se sono le elezioni il pericolo per la fauna significa che c’è ancora poca cultura ambientale
La consapevolezza talvolta è un dono, ma il più delle volte è la vetta di un processo cognitivo che porta a conoscere le proporzioni di una problematica. Che si può raggiungere informandosi, leggendo testi seri e non seguendo le tante fake news che popolano la rete. Ma se dovessimo dare una sembianza animale al politico potremmo affermare che si tratti molto spesso di una volpe, capace di usare l’astuzia per arrivare al risultato. E il risultato è ben visibile.
Con una campagna elettorale che viene fatta sui social, con un numero limitato di caratteri, che hanno però grande poter evocativo e in qualche modo convincono. Sarà per questo che anche gli animali, e la loro gestione, rappresentano una fetta importante nel parterre delle argomentazioni. Poter riaprire la caccia ai lupi in ogni Stato americano rappresenta proprio una di queste enunciazioni, che potrebbero anche non realizzarsi.
La spiegazione dell’amministrazione Trump è netta. “Vogliamo solo essere sicuri di proteggere anche altre specie”, ha detto Skipwith. “Quando ci si intromette in una causa, dopo che si è avuto un tale successo, si sottraggono risorse alle specie che ne hanno più bisogno”. “In ogni caso non prevediamo che il lupo grigio si espanda ancora, indipendentemente dalla protezione federale”, ha continuato Skipwith.
Tratto dall’articolo di repubblica dal titolo “Stati Uniti, i lupi grigi non saranno più una specie protetta: riparte la caccia”