Un cane da mozzare il fiato: la vita dei bulldog francesi e degli animali brachicefali

Bulldog cane mozzare fiato

Il bulldog è da mozzare fiato: selezionato per sembrare un eterno bimbo, poco importa ai sui padroni, che lo vogliono con il muso sempre più piatto, che faccia fatica a respirare. Oramai è una moda planetaria, dove questa è la razza più cool del momento. Tutti la vogliono, molti ce l’hanno e sempre più spesso è presente come cane attore nelle pubblicità. Ne hanno uno divi del cinema, piloti, calciatori e anche famose influencer come Chiara Ferragni.

Contribuendo con la loro esposizione a rendere desiderabile una delle tante razze di animali brachicefali, alterati da una selezione crudele. Trafficati come fossero animali rari, da venditori senza scrupoli che usano il web come vetrina per i loro commerci. Finendo talvolta sotto inchiesta, ma molto veloci a cambiare nome e a ricominciare.

Ma se i veterinari chiedono a gran voce di interrompere questo maltrattamento genetico, poco viene detto da chi gli animali li deve difendere. Eppure le motivazioni non mancano per contrastare quanti scelgono di comprare queste razze, causando sofferenze agli animali. Che più hanno il muso piatto, come il soggetto della foto, e più piacciono al mercato.

Ma se il bulldog francese è un cane da mozzare il fiato, non è certo l’unica razza di animali che vive in apnea

RSI, la televisione della Svizzera Italiana, dedica loro una parte di una puntata di Falò, trasmissione di inchiesta, che ancora una volta si è occupata di animali. Per raccontare storie di persone che li salvano, di cani sottratti alle perreras spagnole o ai canili della Romania, ma anche di bulldog e carlini. E di operazioni chirurgiche necessarie per dar loro la speranza di respirare meglio.

Nel video si vedono persone che attraversano l’Europa per dare una seconda chance a cani in situazioni disperate e altre che guadagnano vendendo cani di razza. Una realtà che esiste e sempre esisterà, ma che deve essere contrastata quando il benessere degli animali viene negato per ragioni estetiche. Guardando la puntata di Falò si possono capire molte cose sul mondo che gravita intorno al miglior amico dell’uomo.

Il veterinario costretto a operare i cani che non respirano racconta, nel filmato, che il fenomeno è in crescita. Che sono sempre più i cani di queste razze a cui devono essere aperte chirurgicamente le narici, asportando anche un pezzo di palato molle. A causa di una genetica che seleziona i soggetti che in natura non avrebbero una sola speranza di vita. Per creare un cane da mozzare il fiato, il suo: un bulldog che assomigli sempre più a un essere umano.

Il maltrattamento genetico dovrebbe essere vietato, al pari del taglio della coda e delle orecchie

C’è chi si danna per dare una speranza di vita migliore a un cane, chi invece si preoccupa di soddisfare una sua necessità, di poter avere l’oggetto del desiderio, non un compagno di viaggio nella sua vita.. Forse per imitare i VIP che ne possiedono uno, ma molto spesso per colmare vuoti nella propria vita. Dove un cane che assomiglia a un cucciolo di uomo può servire spesso come surrogato di quello che la vita non ha concesso.

Ma se gli acquirenti colmano i loro bisogni affettivi, spesso diventando inconsapevoli cause di una sofferenza, gli allevatori ben conoscono le conseguenze di una selezione inversa. Nella quale vengono scelti per la riproduzione soggetti che sono portatori di difetti funzionali, ma che diventano pregi sotto il profilo estetico. Per questo sarebbe necessario fissare un divieto di riproduzione, interrompendo una catena infinita di sofferenze. Lo chiedono i veterinari, ma lo imporrebbe anche il buon senso.

Vietare carlini e bulldog sembra l’unica via contro la sofferenza

Vietare carlini e bulldog sembra l'unica via contro la sofferenza

Vietare carlini e bulldog sembra l’unica via contro la sofferenza di questi animali, modificati dall’uomo. Per inseguire le mode del momento, senza preoccuparsi del loro benessere.

I cani brachicefali, quelli che hanno il muso schiacciato come i carlini e i bulldog, stanno accrescendo la loro popolarità in questi anni. A scapito del loro benessere.

Questa innaturale conformazione, sempre più esasperata, crea ai cani seri problemi respiratori e la necessità di costose cure.

Nel Regno Unito ci si sta da tempo interrogando se sia da considerare lecito allevare razze che sono state create o esasperate per venire incontro alle richieste del pubblico, in termini di forma e dimensione, come se non si trattasse di esseri viventi ma di complementi di arredo.

Ci sono razze di cui andrebbe vietato l’allevamento

Questi interrogativi, sacrosanti, sembrano ancora non aver preso piede nel nostro paese, ma è tempo anche in Italia ci si inizi a chiedere dove inizia il limite invalicabile oltre il quale l’allevamento crea un maltrattamento permanente.

Il nostro paese è uno dei più appetibili per i trafficanti di cuccioli (leggi qui), forse proprio perché manca l’educazione degli acquirenti. Il mercato dei cani di razza è troppo spesso orientato alla sola valutazione dei criteri estetici senza tener conto di quelli che riguardano il benessere animale.

Si trovano così chiwawa sempre più piccoli e problematici, voluti per pesare poco e poter stare in una borsetta come fossero dei peluche, carlini e bulldog con il muso sempre più schiacciato, per non parlare delle patologie che affliggono i cavalier king. Forse per questo anche da noi vietare carlini e bulldog sembra l’unica via contro la sofferenza, almeno come provocazione per stimolare una riflessione.

Secondo il Kennel Club inglese, una delle maggiori organizzazioni che si occupa di cani e di allevamenti, il 50% dei carlini e dei bulldog inglesi e francesi presenta seri problemi di respirazione, causati della conformazione della scatola cranica, contro una media del 7/15% che riguarda i cani non brachicefali.

Non esiste in natura un canide con il muso di un bulldog

Questi cani non esisterebbero se non fossero stati creati dall’uomo, considerando che tutte le razze attuali hanno sempre e solo un unico progenitore che è il lupo. Ben si capisce quindi quanti e quali incroci abbiano dovuto subire i cani da compagnia per diventare sempre più simili a quelli che il mercato voleva, perdendo per strada non solo caratteristiche fisiche ma anche salute e benessere.

I cuccioli devono mantenere questo aspetto detto neotenicocioè restare sempre con un aspetto da cuccioli, ben oltre l’età naturale, continuando a stimolare il senso di protezione dei proprietari, che spesso li trattano come fossero bambini. Alcuni dei caratteri neotenici, secondo Konrad Lorenz, sono rappresentati proprio dall’avere il muso schiacciato, con occhi grandi e tondi e un’andatura goffa. Come il carlino e il bulldog francese per esempio, senza trascurare i cavalier king.

Certo il divieto di allevare cani che per loro caratteristiche fisiche siano costretti a una vita di sofferenze rappresenterebbe il modo più sicuro per risolvere il problema, ma non è facilmente perseguibile. Se si vietasse una razza in particolare gli allevatori senza scrupoli inizierebbero a allevarne una nuova, incrociando due razze con caratteristiche simili e così via.

Secondo un’inchiesta pubblicata dal Telegraph (leggi qui) ci sono tre vie possibili per risolvere il problema, ma sicuramente la più perseguibile è quella che coinvolge tutti gli attori che gravitano intorno alla questione: allevatori, veterinari, associazioni e consumatori. Questi ultimi poi hanno un ruolo fondamentale nell’imprimere modifiche all’allevamento esasperato di razze canine semplicemente prendendo consapevolezza della sofferenza, facendo così crollare la richiesta.

Vietare carlini e bulldog sembra l’unica via contro la sofferenza ma non basterebbe sino a quando le persone non saranno più responsabili quando si tratta di dividere la vita con un animale.

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