Secondo la Lega lo spiedo con uccellini è un diritto dei bresciani

Secondo la Lega spiedo con uccellini è un diritto dei bresciani, una tradizione che non può essere cancellata dalle leggi europee ed evidentemente nemmeno dal buonsenso. Sembra incredibile che proprio nei giorni in cui in India si tiene la COP13 per la protezione dei migratori qualcuno pensi di proporre una norma di questo genere. Fuori del tempo e dalle logiche di conservazione della natura, in un momento in cui la perdita di biomassa è più che allarmante.
Floriano Massardi, vice capogruppo della Lega alla Regione Lombardia, nonché primo firmatario del progetto di legge che vorrebbe reintrodurre lo spiedo, sembra vivere fuori dal tempo. Un amministratore che per convenienza elettorale propone un disegno di legge irricevibile. Con l’unico scopo di raggranellare qualche voto in più nella peggior componente del mondo venatorio.
… il Legislatore nazionale ha voluto piegarsi, in maniera fin troppo stringente, alle pretese dettate dall’Unione Europea in materia di cacciagione e ciò ha portato a menomare il tradizionale piatto bresciano nei ristoranti di una delle sue parti più importanti e apprezzate: gli uccelli.
tratto dal comunicato stampa della Lega in Regione Lombardia
Lo spiedo con gli uccelli migratori è una barbarie, non una tradizione
Dopo aver ricevuto un sonoro schiaffo dal Consiglio di Stato, che ha ribadito il divieto di cattura degli uccelli con le reti la Lega ci riprova, in altro modo. Dimostrando di avere posizioni incompatibili con la difesa dell’ambiente e del patrimonio faunistico, così esasperate da essere fuori dal tempo. Sarebbero necessarie rigide misure di protezione della fauna e in particolare dei migratori, già minacciati dai cambiamenti climatici e dal bracconaggio. E non l’esatto contrario.
Il cavallo di Troia pensato dalla Lega sta nella cessione gratuita degli uccelli uccisi dai cacciatori, ai consumatori finali, ristoranti compresi. In questo modo verrebbe reso molto difficile, se non impossibile, tracciare l’effettiva provenienza degli animali, legittimandone il possesso. Un piccolo spiraglio che diverrebbe una porta spalancata per i bracconieri.
Le posizioni leghiste, molto vicine a quelle di Fratelli d’Italia, non hanno al momento alcuna possibilità di potersi realizzare. La normativa europea e quella nazionale non consentono alle Regioni di poter disporre a loro piacimento del capitale naturale di questo paese. Questi goffi tentativi raccontano però del livello di certa politica e dell’interesse alla difesa di un patrimonio comune. Posizioni che non sono nuove nella Lega, che ha sempre esposto con chiarezza il suo sostegno al mondo della caccia e l’avversità verso gli ambientalisti.
Per questo occorre fare una scelta di campo, anche se purtroppo in Italia manca una forza ambientalista di peso. La realtà dimostra quanto i voti dati alla Lega e a Fratelli d’Italia porterebbero a un sicuro ridimensionamento delle politiche di tutela faunistica e ambientale. Lo hanno dimostrato con grande chiarezza e quando ci sarà da votare occorre ricordarselo. Per non far finire la fauna, il nostro capitale naturale, in fumo su uno spiedo.