Come vive un cane randagio a Mumbai
La vita di un cane randagio è sempre molto difficile, specie nei paesi in cui non tutti li rispettano e il loro numero è grande: a Mumbai si stima possano vivere 250.000 cani randagi e questa, probabilmente, è una stima per difetto.
Certo noi vediamo foto, filmati e leggiamo quotidianamente notizie sui randagi del mondo, compresi i nostri che pochi non sono, specie nelle regioni del sud Italia, ma forse non siamo mai riusciti ad immaginarci davvero cosa possa significare, per un cane, essere un randagio in una megalopoli, spesso ostile. Ci sono riusciti i filmakers che hanno realizzato un corto per l’associazione di tutela degli animali indiana “World For All Animal Care & Adoptions” , che è stato girato in soggettiva, usando una videocamera che riprende dall’altezza degli occhi di un randagio, che gira per Mumbai. Questo filmato non ha causato danno a nessun cane, ovviamente, e le scene più fastidiose sono soltanto finzioni sceniche, capaci però di trasmettere in un modo “emozionante” la vista del mondo con gli occhi di un randagio, una realtà sulla quale ci dovremmo soffermare più spesso, nel modo corretto. Il randagismo si può combattere, non è un fenomeno inarrestabile ma è solo un problema mal gestito. Ogni attività di sensibilizzazione è quindi la benvenuta, sperando che possa arrivare a un momento, in Italia come a Mumbai, dove si possa inaugurare un “museo del randagismo”, per celebrare le problematiche di un un fenomeno estinto per sempre.
Purtroppo ci stanno abituando alla politica dell’ineluttabile, dei fatti che possono solo accadere, delle realtà immodificabili, dei cattivi amministratori che non pensano agli animali e all’ambiente. Ricordiamoci però che in ogni parte del mondo c’è qualcuno che si è rimboccato le maniche e ha dimostrato di voler e saper fare molte cose, che vanno in direzione contraria e sono utili proprio per contrastare questo pensiero. Senza dimenticare che purtroppo, anche nei settori più etici, ci sono sempre “i furbetti del quartierino”, quelli che sugli animali speculano passando per salvatori, ma sono pochi e loro si che vanno stanati con grande pervicacia.