Lettera aperta a Carla Rocchi presidente ENPA

Lettera aperta a Carla Rocchi presidente ENPACara Carla, te lo scrivo con identica ipocrita forma di tutte le tue lettere vergate ai dirigenti ENPA, alcuni dei quali hai commissariato pochi minuti prima del tuo incipit abituale “Care e cari tutti…”

Te lo scrivo dalle pagine del mio blog, che mai ho usato prima per questioni che riguardassero l’associazione nella quale, mio malgrado, entrambi militiamo seppur con modi, metodi e obiettivi troppo spesso confliggenti.

Ma questa sera mi sono sentito pugnalato, non dai fatti che purtroppo ben conoscevo, ma ancora una volta da te, che per salvarti hai mentito. E poi, come ai tempi del fascismo, mica è facile comunicare fra sedi ENPA. Sarà che soci, sito e mail sono in mano sempre e solo a chi gestisce, senza averne titolo, Comunicazione e Sviluppo: Marco Bravi.

Certo puoi mentire a Stoppa, puoi mentire al mondo, puoi mentire a chi ancora ha la costanza di credere alle tue parole, al tuo stupore ma anche, e questa è stata la pugnalata, alle bugie che un presidente di un’associazione, di un ente morale, mai dovrebbe avere il coraggio di dire. Bugie, peraltro, dalle gambe corte, capaci di resistere per pochi passi.

Nulla ci ha mai unito, in fondo ci siamo sempre con fatica sopportati: tu forse perché non hai mai trovato un suddito, io perché non ho mai amato lisciare il pelo alle persone che a prima vista non mi piacciono. E noi, per certo, non ci siamo mai piaciuti. Nemmeno per un istante.

Io ancora ti ricordo, in momenti dove l’oggetto del contendere era Paolo Manzi, affermare in un’assemblea in cui io dicevo di vergognarmi per la sua rielezione, che tu affermasti che lo avresti votato anche condannato in via definitiva, perché era una brava persona e un amico.

Poi, con l’incedere degli anni, le cose sono peggiorate. Hai voluto avere accanto lo stesso tesoriere che aveva coperto in consiglio Paolo Manzi. Hai dato vita o almeno tollerato con grande disinvoltura, con Pier Mario Villa come tesoriere, a società, cooperative, fondazioni che hanno visto, come sempre, la nostra associazione perdere quattrini e credibilità a perdifiato.

Ma stasera mi hai pugnalato quando, a una precisa domanda dell’inviato di Striscia la notizia, Edoardo Stoppa, hai avuto il coraggio di dichiarare che il presidente condannato, anche per merito mio che mi sono recato a Foggia in Procura per denunciarlo, era rimasto in consiglio perché irreperibile. Ma quando mai? E poi anche fosse hai fatto espellere soci per colpe meno gravi e lo statuto prevede la decadenza in caso di due assenze immotivate in consiglio nazionale.

Però Manzi, Villa e lo stesso Emanuele Deiana li hai tenuti, difesi, aiutati senza farli espellere mai. Lo dimostra il fatto che il socio Emanuele Deiana, protagonista del servizio di Striscia di questa sera, sia ancora candidato alle elezioni nazionali del 25 febbraio.

Così com’è vero che qualcuno di ENPA nazionale ha cercato di eliminare un presidente scomodo, provando a truccare le elezioni di Milano. Mandando contro a me, ma purtroppo anche contro alla sezione di Milano, una delle migliori d’Italia, un manipolo di improvvisati, che han fatto strani traffici di tessere sotto le telecamere di sicurezza. Perdendo loro malgrado le elezioni.

Ma io conosco la parte migliore di ENPA, quella sana, quella che non ha paura e quella per cui ho sempre ritenuto importante lottare: per questo, ben prima di stasera, ho preso carta e penna, anzi tastiera e PEC, e ho scritto un esposto contro questa gestione alla Prefettura e alla Procura di Roma e al ministero che, con la riforma del terzo settore, vigila sulle associazioni. Era il dicembre 2017, poco prima delle elezioni della mia sezione.

Non è più tempo di scuse torbide, di false verità, di presidenti che pensano di poter addomesticare la realtà insieme ai loro sodali. Cara Carla, sempre con grande falsa ipocrisia, ora è tempo di raccontare la verità dei fatti, è tempo di magistratura e, forse, di Guardia di Finanza. Chi ha fatto paghi, perché comportarsi male in un’associazione senza fine di lucro è come rubare in chiesa. Si fregano i fedeli, ma si tradiscono anche i fragili che vorremmo poter difendere: gli animali.

Per questo scrivo questa lettera aperta a Carla Rocchi presidente ENPA. Mi piacerebbe sapere che la trasmissione di Striscia la notizia  di domani sera potesse aver luogo con le tue dimissioni sul tavolo. Ma ti conosco troppo bene per poterci far conto, più facile che tu cerchi di commissariare Milano, la mia sezione. Insieme a quanti, per difendere le loro rendite di posizione, stanno già gridando “Viva la regina, a morte i diffamatori”.

Ma ti ricordo, per chiudere, una frase di Francesco Guicciardini: “Fate ogni cosa per parere buoni, ché serve a infinite cose; ma poiché le opinioni false non durano, difficilmente vi riuscirà il parere lungamente buoni, se in verità non sarete.”

 


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