
Telefono Azzurro che brutto messaggio hai saputo trasmettere con questo spot, che ha alzato un numero infinito di polemiche. Che potrebbero trasformarsi in un’operazione di marketing (forse), ma un’associazione dovrebbe vendere solo concetti etici. Dovrebbe far leva su empatia e coinvolgimento, creare abbracci ideali, non muri. Che già si nascondevano dietro l’innocente hasthtag #primaibambini.
Prima di chi? Dei migranti, delle donne, degli animali, degli anziani? Così, categorie gettate in ordine sparso, senza priorità. Perché di priorità in una società civile non ce ne dovrebbero essere. Tutte le categorie fragili dovrebbero essere aiutate, ascoltate, accolte. Dopo le guerre di religione volete per caso, Telefono Azzurro, far partire una guerra fra poveri? Non di mezzi economici, o non solo, ma di attenzioni. Chi vi ha ha fatto anche solo immaginare che un soccorritore, un pompiere, avrebbe fatto una scelta? Diversa da quella di salvare bimbi e cane?
Il video in questione, dopo le proteste che sono piovute da ogni parte sull’associazione il 22 novembre 2020 è stato ritirato e rimosso dal canale Youtube.
Telefono Azzurro che brutto messaggio e che pessima figura per un’associazione che si occupa di bimbi in difficoltà
Chi si occupa di cause nobili dovrebbe dimostrare, come prima cosa, di possedere quella nobiltà d’animo che vorrebbe attivare nei sostenitori. Un risultato grandemente mancato quando non si possiede la sensibilità di capire che questo spot avrebbe offeso invece, moltissime persone. Non perché cerca di far passare il messaggio che i bambini debbano venire prima degli animali, che sarebbe questione soltanto opinabile. E’ stato il trasmettere un concetto meschino, che vuole trasformare in “cattivo” anche il vigile del fuoco, che sceglie di portare via prima il cane.
L’obbiettivo credo che dovrebbe essere sempre uno solo: combattere la violenza e l’indifferenza verso qualsiasi tipo di sofferenza. Non ci sono generi e specie, non ci sono migliori e peggiori, c’è una società che troppo spesso dimentica i suoi doveri e l’importanza di coltivare la gentilezza, l’empatia e il rispetto. Esattamente quello che voi avete trasmesso a tantissimi fra quanti hanno visto questo promo, indignandosi per la “vigliaccata” di usare una scorciatoia emotiva a supporto dell’hashtag #primaibambini.
Dimenticando che la verità è proprio nell’immagine dei protagonisti: bimbi e cane, vicini, insieme, uniti sperando nel salvataggio. Senza scappare, senza dividersi perché animali e bimbi sono un binomio inscindibile. E spesso si proteggono a vicenda, come è accaduto tantissime volte. Una realtà che il vostro creativo non ha preso in considerazione. Come non ha preso in considerazione che il sensazionalismo possa andare bene per vendere un auto sportiva, non per stimolare buone azioni. Per quelle basterebbe dimostrare con certezza come vengono usati i fondi raccolti.