Tratteremmo un cane come un maiale

Il punto non è vita o morte, il punto è il percorso che separa la nascita dalla morte, fatto ineluttabile per ogni essere vivente. La morte per alcuni è il punto di arrivo di una vita trascorsa in modo complessivamente positivo, per altri è una finestra che si apre su un buco nero che significa liberazione dai tormenti.

Due modi opposti di vedere lo stesso evento, che rappresenta la fine di un’esistenza. Che per un cane o per un maiale nel mondo occidentale ha percorsi davvero molto diversi, almeno nella stragrande maggioranza dei casi.

Sono convinto che l’equilibrio del mondo si sia rotto da tempo, quando gli umani hanno smesso di rispettare gli animali, quando hanno smesso, poi o forse prima, di rispettare i loro simili. Questo concetto doverebbe essere il minimo comun denominatore che unisce tutti, vegetariani e vegani, carnivori e onnivori. Senza rispetto per i diritti degli altri è impossibile costruire qualcosa che possa minimamente tendere all’equilibrio di questo fragile pianeta e di chi lo abita, ci vive, ci soffre. Senza rispetto dei diritti degli animali noi non potremo mai rispettare i nostri simili.

Quando si parla del fatto che i cani vengano mangiati gli occidentali corrono alle barricate, parlano di barbarie, inveiscono contro i popoli, generalmente orientali, che si cibano di cani, trattandoli come “schiuma dell’umanità” che si è macchiata di un crimine atroce. Peccato che questo urlo verso l’inciviltà provenga da un continente che non si ciba solo dei maiali, animali intelligentissimi, ma li costringe a vivere in un modo eticamente privo di ogni giustificazione. La crudeltà che noi usiamo negli allevamenti intensivi verso i maiali è una vergogna che non può avere scusanti.

Noi siamo responsabili non soltanto della morte dei maiali, evento già di per se traumatico, noi umani siamo responsabili del fatto di aver scordato ogni etica verso i viventi. Noi non abbiamo rispetto, pensiamo solo a difendere i nostri diritti, a rivendicarli spesso senza chiederci cosa questa rivendicazione comporti. Siamo diventati egoisti, purtroppo in molti casi insensibili, in altri così sensibili da non poter/voler vedere e quindi privi di una coscienza critica.

Provate a fare uno sforzo di immaginazione: se il camion del video non trasportasse “prosciutti vivi” ma cani non credete che questo sarebbe stato sufficiente per creare blocchi stradali, per avere televisioni e parlamentari mobilitati?

Allora se il maiale fosse un cane improvvisamente recupererebbe quei diritti minimi che gli sono negati e molti altri che non ha mai conosciuto eppure, lo sappiamo, il cane, il maiale e l’uomo hanno un tratto in comune: essere mammiferi. Per questo i trasporti come li avete visti nel video, gli allevamenti intensivi e molte altre crudeltà sono inaccettabili, sono diritti minimi calpestati che dovrebbero far riflettere.

Molti consumatori di carne non accetterebbero di essere complici di queste barbarie, la cattiveria e l’indifferenza non è di tutti, ed è per questo che l’informazione deve far leva sui diritti senza criminalizzare. Il rischio, diversamente, è che molti che possono condividere questo articolo non lo facciano, non riflettano solo perché si sentono accusati. Iniziamo con chiudere, sbarrare la strada a queste barbarie e il resto piano piano avanzerà.

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