Una campagna per protestare contro l'uccisione dei cani randagi in Romania.

Una campagna per protestare contro l’uccisione dei cani randagi in Romania.

La Commissione Europea ha deciso: la Romania stermini i suoi randagi come meglio crede, perchè questa non è una problematica comunitaria e ogni Stato ha ampio potere decisionale. La Comunità tutela gli animali da macello ma non si occupa di cani.

Nella Comunità Europea è consentito uccidere i randagi e sono le politiche nazionali che devono scegliere le modalità con le quali affrontare il problema del randagismo; poi la Commissione fa solo un riferimento alle linee guida OIE (l’organizzazione mondiale di sanità animale), che certo non inneggiano allo sterminio di massa e che da almeno 30 anni dicono di intraprendere azioni che, con regolarità, sono costantemente disattese.

Quello che fa restare increduli non è solo il via libera che la Commissione ha di fatto dato alla Romania, perchè in effetti questa del randagismo, tragicamente, non è ancora una competenza della CE, ma,bensì il fatto che non si sia levata una parola di critica nemmeno su mezzi di cattura e sistemi di soppressione, lasciando il governo rumeno -non il popolo rumeno che protesta con determinazione- libero di maltrattare gli animali e di fare cose impensabili in altri paesi europei.

La Comunità ha assunto un atteggiamento pilatesco, perchè un conto sono le leggi e un conto è il doveroso potere di critica che non dovrebbe portare alla censura nei confronti diuno Stato membro quando diventa responsabile di attività che prevedano atrocità nei confronti dei cani randagi. Nonostante le mobilitazioni dei politici e di associazioni molto attive in Romania, come Save The Dogs, la Commissione Europea ha scelto la via più semplice, quella della “non competenza”, la stessa assunta da Ponzio Pilato.

Occorre con urgenza che il randagismo diventi una priorità europea che delinei con chiarezza le proporzioni di questa emergenza, detti la linea per il suo contenimento e predisponga piani per arrivare a una progressiva eliminazione del fenomeno. Solo un piano europeo può realmente portare a risolvere questa questione, che la storia ha dimostrato essere irrisolvibile mediante la soppressione dei cani.

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