Vogliono abbattere lupi e opinione pubblica e associazioni si rivolgono al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, lanciando la campagna #cacciaunNO, perché blocchi questa sventurata ipotesi, che fra l’altro lascia alle Regioni la possibilità di gestire il calendario e il numero dei lupi da abbattere. Una vera follia che temo non potrà essere fermata soltanto dagli appelli, in momenti in cui il buon senso latita.
In Italia, ma non solo, la convivenza con i predatori crea sempre fronti contrapposti fra quanti vorrebbero cercare di mantenere l’ambiente in equilibrio, senza ricorrere agli abbattimenti, e chi vede nei metodi cruenti il miglior sistema per risolvere ogni problema. Specie in un momento storico come questo dove la pancia sembra aver preso il sopravvento su ogni ragionamento.
Vogliono abbattere i lupi per dare il solito contentino equamente ripartito fra la componente più retriva degli allevatori e il mondo venatorio, sempre disponibile a organizzare qualche nostrano safari, stufi come sono di soddisfare la loro passione sparando a uccelletti o fagiani d’allevamento. Nonostante una formidabile contrazione del numero dei cacciatori in questi ultimi anni la categoria rappresenta una lobby ancora potente, raggruppando non solo gli appassionati ma anche tutto l’universo produttivo, il cosiddetto indotto, che ruota intorno al business economico della caccia. E i politici non vogliono rischiare di perdere un bagaglio di voti che, con i tempi che corrono, può avere un peso rilevante.
Forse bisogna spostare l’angolo di visione e tentare, almeno tentare, di farlo cambiare anche ai nostri governanti di turno, troppo attenti alla piazza, che ora è diventata l’enorme piazza virtuale costituita dalla rete. Il punto non è che i lupi non possano essere abbattuti perché sono belli, evocano potere e leggende o solo perché ucciderli non sia giusto punto e basta: i lupi non vanno abbattuti perché siamo lontanissimi dall’avere un equilibrio fra prede e predatori nel nostro paese e la loro diffusione è la dimostrazione pratica e tangibile di quanto sia vero. Dove non arriva l’etica devono arrivare buon senso e dati scientifici.
Se non ci fossero prede, fauna selvatica, ungulati, i lupi non aumenterebbero di numero in quanto la natura ha meccanismi di regolazione che l’uomo non conosce più, legati a cibo e territorio. Avete mai visto predatori morire di fame, salvo in caso di improvvise carestie dovute a siccità o a altri fenomeni naturali? Questo non avviene semplicemente perché il numero dei predatori è in equilibrio con l’ambiente che li ospita, con quella che gli scienziati definiscono come portanza ambientale.
I lupi attaccano il bestiame? Certo sono lupi e la logica di un predatore è quella di nutrirsi con il minor dispendio di energie possibile, ma in una società intelligente si adottano sistemi di difesa efficaci e incruenti: i recinti elettrificati, i cani da guardiania, utilissimi come dimostrano i progetti che sono stati attuati, ad esempio dal Parco dell’Appenino. Qualche capo viene comunque perso per attacchi (veri) dei lupi? Che sia indennizzato equamente e rapidamente, mentre siano denunciati per tentata truffa quanti gridano “al lupo, al lupo” ma solo per fare i furbetti.
I lupi attaccano gli ungulati selvatici? Bene, fanno il loro lavoro di selettori meglio di quanto lo possano fare i cacciatori, i cosiddetti selecontrollori, e vorrà dire che ci sarà sempre meno necessità di fare piani di abbattimento degli ungulati. Eh già, forse proprio questo è un problema: sono troppi i predatori, ma sono troppe anche le prede come lo sono gli appetiti dei cacciatori, troppi. Per questo il presidente Gentiloni credo che debba bloccare i piani di abbattimento: per manifesta inutilità. Quando riguardano i predatori i piani di abbattimento creano solo uno squilibrio ambientale e frammentano i branchi, causano dispersioni.
Bisognerebbe imparare a governare i problemi senza attenzione per gli interessi di categorie e individui, ma sempre e solo nell’ottica di assicurare il bene collettivo, che per essere tale è fatto di equilibri fra vantaggi e sacrifici, fra diritti e doveri. Mentre decenni di abbattimenti selettivi hanno dimostrato che non è questa la via per risolvere i problemi.
Quando noi uomini impareremo questo, quando avremo capito che in bocca al lupo è un bellissimo augurio e non la speranza di evitare un pericolo, forse riusciremo a avere una società migliore, non solo per gli animali ma anche per noi animali umani.
#cacciaunNO