
Foto dal profilo pubblico FB di Sara Bachetti
Frette contro ogni tendenza, ma anche contro la decenza: 25.000 Euro per una coperta di volpi morte. Esposta nel centro di Milano.
La nota catena di articoli per l’arredamento della casa Frette espone, senza vergogna, una coperta di volpe rossa nelle sue vetrine. Una scelta pessima e non solo sotto il profilo etico.
Un’esibizione di cattivo gusto, in un momento in cui le grandi case della moda stanno ripensando alle loro scelte, imboccando la strada del no fur. Che ha sollevato una marea di proteste sui social.
L’esibizione della coperta di pelliccia di volpe rossa fa il paio con un’altra, di volpe artica, entrambe destinate a allietare il Natale dei nuovi ricchi. Persone che non si sentono in colpa né per aver contribuito alla sofferenza delle volpi, né trovando immorale questo schiaffo alla povertà fatto per l’acquisto di uno status symbol.
Le volpi oramai non provengono più dall’attività venatoria, se non in piccolissima parte. La maggioranza delle pelli presenti sul mercato arrivano da allevamenti, dove gli animali sono costretti a vivere in condizioni terribili. Oramai questi allevamenti sono per lo più localizzati nei paesi dell’Europa dell’Est, dove le regole sono meno stringenti in materia di benessere animale.
Le volpi sono allevate in gabbie di rete metallica, minuscole, senza fondo, dove gli animali sono costretti a passare l’intera vita. Sino a quando non saranno pronti per essere trasformati in pellicce oppure, come nel caso di Frette, in accessori. Le volpi trscorrono la vita esposte costantemente alle correnti d’aria: in questo modo il pelo diventa più folto. Quindi rende di più e piace di più.
Sembra davvero incredibile, dopo decenni di campagne contro le pellicce che ci sia ancora qualcuno che non si fa scrupoli e, soprattutto, una catena di negozi che le espone in vetrina. Ben sapendo che questo le costerà tantissime critiche. Che evidentemente non preoccupano i direttori marketing dell’azienda.
Però, fra i tanti che si sdegneranno leggendo questa cosa, forse qualcuno lo farà indossando un parka con una bordura di pelo. Quest’inverno infatti la pelliccia sembra essere tornata di moda, anche se per lo più è sintetica. Quella vera, paradossalmente, costa meno e si trova con più facilità nei capi d’abbigliamento di fascia media.
Come avevo già scritto in un altro post (leggi qui) può capitare di passeggiare con un cane al guinzaglio e un altro indossato, come bordura del cappuccio di un giaccone. Senza pensarci, senza chiedersi se abbia un senso.
Sono molto delusa per la vendita di pellicce nel vostro negozio Frette di Milano, che conosco molto bene!
Vergognosamente crudele.
Ha ragione Einstein, la stupidità umana è infinita come l’universo. L’evoluzione non si ferma e oramai abbiamo almeno l’80% delle persone a favore degli animali e contro le menti perverse di umani barbari.
Chi ha avuto l’idea della pelliccia da Frette, ha fatto un danno enorme all’azienda e un favore agli animalisti.
Facile immaginare la perdita di clientela.
proporrei di scrivere una lettera di protesta a Frette, senza insulti. Chi sa scrivere bene può prepararla, farla girare in rete e così tantissimi animalisti la potranno firmare
Alla cortese attenzione della ditta FRETTE s.r.l.
Gentile ditta e in particolare, vostro settore MARKETING,
Vi scrivo per esprimere il mio stupore e rammarico per la sconsiderata scelta attuata dalla vostra azienda di inserire delle pellicce, ( cioè la pelle di creature altre alle quali è stata tolta la vita ) nelle immagini dei vostri cataloghi fino ad arrivare alla disgustosa esposizione di una di queste nella vetrina del vostro negozio di milano.
Magari non è l’unico, ma questo è giunto alla mia attenzione.
OGNI PAROLA È SUPERFLUA.
NEL VOSTRO CODICE ETICO LEGGO UN PARAGRAFO DEDICATO ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE.
MA STIAMO SCHERZANDO? SAPETE QUANTE VOLPI DEVONO MORIRE PER FARE UNA COPERTA COME QUELLA CHE AVETE ESPOSTO?
Fate un torto immanso alla vostra azienda e ai vostri meravigliosi prodotti accostando uno stereotipo del lusso che sta perdendo velocemente credito e anzi, viene messo al bando da molte aziende e nomi dell’alta moda.
PER LA MENTE MISERA CHE VI HA SUGGERITO UNA SIMILE CAMPAGNA PUBBLICITARIA UNA SOLA PAROLA: LICENZIATELA.
PER LA VERGOGNOSA VETRINA UN CONSIGLIO: CAMBIATELA IMMEDIATAMENTE E CHIEDETE SCUSA
SPERO CHE IN MOLTISSIMI POSSANO MANDARVI UN SEGNO SCRITTO DELLA DELUSIONE CHE CI AVETE DATO, E CHE SIANO ANCORA DI PIÙ LE PERSONE CHE QUEST’ANNO BOICOTTERANNO I VOSTRI PRODOTTI.
CORDIALI SALUTI
DB
indirizzi: MARKETING@FRETTE.COM CUSTOMERSERVICE@FRETTE.COM
per conoscenza, Simone Pavesi, s.pavesi@lav.it, responsabile del settore moda senza animali della LAV
Veramente raccapricciante, ed estremamente preoccupante, perché chi si occupa di marketing di questi marchi, ha sicuramente valutato l’impatto negativo dell’iniziativa e se l’ha messa in atto è perché ritiene che ci sia un ampio pubblico che risponderà positivamente a questo “richiamo”. Vergogna!
no alle pellicce e no alla vergognosa campagna di vendita della Frette. Rispetto per gli animali!
Ridicolmente crudele, senza significato, soprattutto ora che la terra sta perdendo un gran numero di specie animali particolarmente in pericolo.
Dobbiamo agire per proibirlo.
Gli umani sono davvero cancri, virus per il nostro pianeta, il nostro ambiente, la nostra biodiversità.
Gli umani sono INFERNO per tutti i nostri animali!
Vanina BESSE (FRANCE)