Almo Nature da azienda per animali a fondazione degli animali, per scelta del suo proprietario Pier Giovanni Capellino. Una decisione destinata a far discutere perché dal 1° gennaio di quest’anno tutti gli utili dell’impresa saranno trasferiti alla Fondazione Capellino, per la realizzazione di attività a favore degli animali.
I progetti sono ambiziosi: si parla di 10 milioni di Euro all’anno, che saranno utilizzati dalla neo costituita fondazione per occuparsi di realizzare attività in favore degli animali. Un’idea che non si ferma ai domestici ma si rivolge anche ai predatori come orsi e lupi, e non solo.
Certo qualcuno storcerà il naso perché per alimentare i nostri quattrozampe si usano derivati animali, ma non si deve dimenticare che cani e gatti hanno una dentatura e un apparato digerente da carnivori, al contrario dell’uomo che è decisamente un onnivoro malamente convertito a una dieta con troppe proteine animali.
Ma rispetto ai suoi competitor bisogna anche dire che Almo è una delle 11 compagnie europee certificate come azienda cruelty free da PETA UK (leggi qui), per non aver mai usato animali per testare i suoi prodotti, al contrario di quanto avviene per tantissimi grandi marchi, come ha dimostrato qualche tempo fa un’inchiesta realizzata per la RAI da Report (leggi qui).
Almo è la prima azienda che diventa “di proprietà” degli animali
Sicuramente, per quel che è noto, è l’unica azienda il cui proprietario abbia deciso di trasferire tutti gli utili a una fondazione che ha come scopo quello di finanziare progetti che servano concretamente ad aiutare gli animali.
Con programmi ambiziosi che sono stati suddivisi in due grandi tronconi: il primo riguarderà cani e gatti meno fortunati, quelli presenti nei rifugi, mentre il secondo si occuperà della promozione di ogni forma di convivenza fra l’uomo e i predatori, non solo quellii grandi come lupi e orsi ma anche le specie più piccole, come per esempio le volpi.
“A pet is for life” è il progetto che si occuperà di quelli domestici e che cercherà di fornire un aiuto agli animali più sfortunati che ora, come dice Capellino, si ritroveranno a essere i veri proprietari dell’azienda, naturalmente con l’impegno di condividerla anche con gli animali selvatici.
All’interno di questo progetto ci saranno iniziative per fornire a canili e gattili un milione di pasti gratuiti l’anno, ma anche la creazione di sinergie per cercare di trovare casa a un numero sempre maggiore di ospiti, forzati, di queste strutture.
Il progetto “Farmers&Predators” si propone invece di ridurre i conflitti fra l’uomo e i predatori, in modo da stimolare una maggior tolleranza nella convivenza con questi ultimi, dando strumenti per tutelare il bestiame dagli attacchi, ad esempio, dei lupi.
Già da qualche anno Almo sta contribuendo, tramite gli enti che gestiscono i progetti di conservazione sui lupi come il LIFE MIRCO LUPO, all’aiuto dei pastori mediante la cessione di cani da guardianìa, da mettere a difesa delle greggi comprendendo anche la fornitura del cibo per un lungo periodo.
Difendere il lupo diffondendo l’utilizzo dei cani da guardiania
In questo modo anche gli allevatori più contrari alla presenza dei lupi possono scoprire che, con piccoli accorgimenti, i predatori indirizzeranno le loro attenzioni verso gli ungulati selvatici, riducendo in modo sostanziale i fenomeni di predazione sugli animali d’allevamento. Naturalmente la prevenzione della predazione può riguardare tutte le specie di carnivori, contribuendo così non solo a migliorare la convivenza fra uomini e lupi, ma anche con orsi, volpi, faine e altri.
Il secondo troncone sarà invece messo in atto con lo slogan “A possible alliance” e sarà rivolto a tutti i produttori che dimostreranno di saper svolgere la loro attività con uno spirito che porti alla convivenza pacifica con i predatori, dimostrando come sia una sfida possibile quella di coniugare agricoltura e biodiversità.
Ora la speranza è che questi ultimi progetti non si occupino solo di tutelare la biodiversità ma anche il benessere animale, creando le sinergie solo con aziende agricole che siano in grado di fare allevamento nelle migliori condizioni di benessere per gli animali.
Resta infatti ben presente il problema di come, al di là delle convinzioni individuali, occorra cambiare e innovare profondamente il modo di allevare gli animali, riportandolo a cicli maggiormente rispettosi delle loro esigenze e condizioni di vita.
Almo Nature da azienda per animali a fondazione degli animali resta comunque una sfida bella e stimolante, un concetto di restituzione dei profitti agli animali e al territorio che rendono questa idea di Capellino un esempio da seguire.
Le imprese non devono solo produrre ricchezza per pochi, ma devono anche condividere la loro economia con la società. Per spezzare questa catena di individualismo che sta strozzando il nostro senso di comunità, un’aggregazione che deve essere sempre più aperta fra uomini e animali, per migliorare e conservare l’unico pianeta sul quale, almeno per il momento, possiamo vivere.
Sarebbe bellissimo poter realizzare una grandissima oasi dove cani e gatti possano trovare una dimensione di vita più adeguata rispetto ai canili spesso lager …
Esistono territori che vengono dati in concessione dai comuni e dalle regioni.
Se quello che è scritto risponde a verità è sicuramente una buona iniziativa e quindi predispone a ad acquistare Almo
Il contenuto dell’articolo deriva da impegni e informazioni date dal fondatore di Almo. Sicuramente la fondazione si doterà di un organismo di garanzia che certifichi il rispetto degli impegni presi. Bisogna comunque dare atto a Almo di avere sempre avuto maggiori attenzioni all’aspetto etico rispetto ai comportamenti messi in altro da altre aziende. Vedremo e valuteremo in futuro il comportamento della fondazione, ma non ci sono motivi per non credere al fatto che esistano anche imprenditori illuminati.
Occhio a non fornire a chiunque denaro e aiuti ,i predatori sono molti e i pirati in agguato. vedete le grandi ass. animaliste che capitali hanno…………………..