Orso bruno europeo

Un orso bruno sembra interrogarsi sul suo futuro.

La storia dell’orsa Daniza e dei suoi cuccioli appassiona moltissime persone ed è diventata, forse, uno degli argomenti più divisivi dell’estate: da una parte il blocco che vorrebbe un Trentino senza predatori, con i vari movimenti no orso, dall’altra i fan di Daniza e del suo diritto di essere un animale libero. La contesa è diventata talvolta aspra, sicuramente così è stato sulla rete dove oramai, purtroppo, si ritiene che l’insulto serva per “irrobustire” un concetto, mentre a mio parere la difesa di un animale, attuata con improperi di ogni genere è controproducente e la nutrita pattuglia di arroganti e maleducati non aiuta sicuramente il progresso della cultura del rispetto.Ho già scritto, in un post del 20 agosto, che diverse dovrebbero essere le linee per una pacifica convivenza, in un territorio che per quanto antropizzato appartiene all’orso come all’uomo,  nel reciproco interesse di entrambi ed in particolare di noi umani che dovremmo valutare con diversa attenzione il costo biologico di una catena alimentare decapitata dei grandi predatori. Gli abitanti del Trentino vogliono godere dei vantaggi turistici derivanti dalla presenza di lupi ed orsi, ma gli allevatori non vogliono aggressioni degli armenti in alpeggio ed i cacciatori, che non vogliono avere competitors nei loro territori, soffiano sul fuoco della protesta. Naturalmente il problema è sempre stato presentato, per quanto concerne Daniza, come un fatto di sicurezza per l’incolumità dell’uomo, come se ci trovassimo di fronte ad un animale killer, seriale nelle sue aggressioni: di fatto abbiamo solo un racconto di un raccoglitore di funghi aggredito, mentre era da solo. L’assenza di testimoni al fatto comporta anche l’impossibilità di valutare quale dei due animali, umano e non umano, abbia fatto avuto il comportamento sbagliato, magari avvicinandosi troppo all’orsa con i cuccioli.

Il punto vero è che l’Italia e il Trentino hanno aderito a un progetto per la reintroduzione dell’orso in quelle zone, accettando quindi la nuova immissione di un predatore. Sarebbe normale che venissero date informazioni a tutti i fruitori del territorio e strumenti di difesa, come gli spray anti orso, innocui ma efficaci e da anni utilizzati in Nord America, ad esempio, ma questo sembra non avvenire e la carenza di informazione può essere causa di comportamenti sbagliati. Così l’orso diventa un pericolo, un possibile killer mentre sarebbe importante che si evidenziassero i vantaggi, senza enfatizzare pericoli spesso infinitesimali. Secondo quanto pubblicato sul blog di Bill Gates, da anni impegnato contro la malaria, gli animali più temuti sono proprio i meno problematici, ma bisogna saperlo, dirlo, usare i dati per far capire quanto sia stupido, in questo momento, cercare di catturare Daniza.

Animali pericolosi per l'uomo

La classifica degli animali più pericolosi per l’uomo, tratta dal Blog di Bill Gates, da sempre in prima linea contro la malaria.

Come si può vedere l’orso non è neanche considerato, in questa immagine, come causa di morte ed i temutissimi squali uccidono 10 persone in un anno, contro le 725.000 uccise ogni anno dalle zanzare che trasmettono la malaria o le 475.000 persone uccise dall’uomo, dato che ritengo davvero stimato per difetto.

Occorre cambiare rotta, indennizzando gli allevatori delle perdite causate (veramente) dai predatori, informare i turisti con materiali diffusi in tutte le strutture, non scordando che mentre il lupo è per definizione “cattivo”, nell’immaginario l’orso è sempre “buono”, accostato al Teddy Bear di peluche della nostra infanzia ed al famoso Yoghi, indimenticabile cartoon di Hanna & Barbera, dove il massimo danno provocato dallo scaltro animale era il furto dei cestini del picnic dei turisti.

Chi vuole difendere il diritto di Daniza a restare libera cerchi di farlo sempre con cognizione di causa, senza aggressività, senza insulti, ma soltanto con la civiltà propria di ogni battaglia che difenda i diritti dei deboli, umani e non: anche un orso di fronte all’aggressività dell’uomo è infatti una creatura fragile. 

Intanto anche l’orso M25 rischia di essere abbattuto o catturato e rinchiuso per aver predato alcuni asini, nel suo vagabondare fra Italia e Svizzera, ma per un predatore un asino o un capriolo non sono diversi.

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