Difendere lupo aiutando randagi è un modo per contribuire alla biodiversità evitando che in situazioni remote e particolari possano crearsi ibridazioni fra lupi e cani randagi, un’evenienza che può compromettere non solo la tutela della specie selvatica ma anche la vita degli ibridi.
Lupi e cani dovrebbero avere ben poche opportunità di contatto. Se non con i cani da guardiania che rappresentano un valido strumento di dissuasione per evitare che i lupi possano predare animali da reddito. Ma così non è a causa di un randagismo dilagante e alla cattiva custodia e gestione degli animali di proprietà negli ambienti rurali.
Gli episodi di ibridazione fra lupo e cane non sono così frequenti ma appare evidente che sia più che opportuno che questi non avvengano in assoluto. Questo sia per non mettere in pericolo i lupi e sia per non creare ibridi fra cane e lupo, che legalmente in Italia, e non solo, sono considerati lupi, con tutte le problematiche che da questo deriva. In estrema sintesi è puro buon senso impedire che cani e lupi si incrocino fra loro, nell’interesse reciproco dei due animali.
La gestione dei lupi e dei predatori in generale in Italia è una materia molto complessa e controversa e su questa diverse componenti soffiano sul fuoco del malcontento. Per cavalcare interessi che nulla c’entrano con la conservazione, da quelli politici a quelli venatori, considerando che i cacciatori hanno da sempre visto i lupi come animali nocivi. Predatori che andavano a metter bocca, nel vero senso della parola, nelle loro personali riserve di cinghiali, caprioli e cervi.
Il bracconaggio rappresenta un continuo pericolo
Per questo nel nostro paese ci sono incessanti episodi di bracconaggio, molti dei quali non trovano nemmeno l’onore della cronaca considerato che molto spesso quando gli episodi si ripetono con frequenza svaniscono dalle pagine dei giornali. Grazie anche a una legge non adeguatamente severa con i bracconieri.
Occorre quindi che la gestione del problema sia attenta, che non dia luogo a richieste irricevibili come piani d’abbattimento per lupi o randagi, fornendo le corrette risposte gestionali e limitando al minimo i terreni su cui scontrarsi.
Ben venga quindi il progetto MIRCO Lupo, un LIFE finanziato dalla comunità europea che ha fra i suoi obiettivi qualificanti quello di ridurre le possibilità di ibridazione fra cani randagi e lupi. Già lo slogan di presentazione del progetto la dice lunga sull’importanza di tenere sotto controllo il fenomeno dell’ibridazione fra lupo e cane: “Il lupo non merita una vita da cani e il cane non merita una vita da lupi“.
Un app per prevenire l’ibridazione
Fra le varie attività messe in atto dal progetto, gestito prevalentemente dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e dal Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, con il supporto del Corpo Forestale dello Stato è stata realizzata un app per dispositivi mobili che consente di fotografare, georeferenziare e segnalare la presenza di cani randagi all’interno del perimetro delle aree protette frequentate da lupi.
Lo scopo dell’app è quello di mappare la presenza di cani randagi operando per la loro cattura e/o sterilizzazione e anche per la sterilizzazione degli ibridi che, una volta neutralizzati potranno essere reimmessi sul territorio. In questo modo, se tutto sarà gestito correttamente, sarà possibile ridurre il numero dei cani vaganti all’interno delle aree protette, contribuendo così a migliorare la loro vita e in molti casi obbligando i proprietari a custodirli in modo adeguato.
Il rapporto fra uomini e lupi e fra cani e lupi è il frutto di un equilibrio delicato che deve essere costantemente manutenuto con grande intelligenza e prudenza, per evitare che i conflitti che si possono venire a creare, come spesso avviene, siano pagati dagli animali, incolpevoli.