
Sui farmaci per animali Big Pharma non è stata ancora del tutto sconfitta. Nonostante i titoli a effetto usati da molti media la legge di bilancio non è ancora definitivamente approvata. Considerando gli interessi economici che ruotano intorno a questo settore è quasi impossibile che la questione passi senza battaglia. Da parte dell’industria farmaceutica che sui farmaci veterinari ha sempre ottenuto margini da capogiro. Proprio come avveniva n campo umano prima dell’introduzione dei farmaci generici.
Una battaglia di civiltà quella portata avanti da Patrizia Prestipino, con il supporto di tutte le associazioni. Per permettere di abbassare il costo delle cure agli animali, immotivatamente alto. I medici veterinari infatti devono sempre prescrivere farmaci veterinari, salvo rare eccezioni. Con i prezzi delle singole specialità che pur avendo identico principio attivo costano molto di più. Facendo ricadere questo costo ingiustificato sulle spalle dei loro custodi.
Sui farmaci per animali Big Pharma non si darà per vinta senza esercitare la potenza dei suoi lobbisti
Sono anni che tutte le associazioni, sia di tutela degli animali che da alcune veterinarie, chiedono di poter usare i farmaci generici per curare gli animali. Un argomento che non è stato mai stato preso seriamente considerando che i costi non gravano sulle casse dello Stato. Che quindi non ha sino ad ora ritenuto di contrastare lo strapotere delle case farmaceutiche. Lasciando che i medicinali veterinari moltiplicassero il loro costo, anche di diverse volte, rispetto al farmaco equivalente per uso umano.
Un comportamento fatto passare come un’attenzione nei confronti della salute pubblica, per tutelarci da abusi. Con il risultato che spesso. comunque, i farmaci per uso umano hanno un mercato illegale diretto agli allevamenti. Mentre restano vietati per chi possiede animali d’affezione. Nonostante sia stata introdotto l’obbligo della ricetta elettronica per i farmaci veterinari, sia per gli allevatori che per gli animali da compagnia. Un fatto che dovrebbe separare nettamente il mercato legale da quello clandestino, che troverà sempre qualcuno disposto a rifornirlo. Spesso con farmaci acquistati sulla rete e quindi non tracciabili in Italia.
L’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari (ANMVI) illustra sul suo sito le motivazioni che giustificano questa differenza di costo. Ritenendo corrette, già dal 2015, le indicazioni che venivano fornite con una chiara infografica dall’AISA e da Federchimica sulle motivazioni di questo divario di costo. Una giustificazione francamente difficile da comprendere, anche secondo moltissimi veterinari, per farmaci con identico principio attivo.
La speranza di custodi e associazioni di tutela degli animali è che l’emendamento di Patrizia Prestipino possa superare le rapide che l’attendono
Se si arrivasse alla definitiva approvazione del provvedimento saranno infatti i medici veterinari che, in scienza e coscienza, decideranno quale farmaco prescrivere ai loro clienti. Con la dovuta attenzione alla sua efficacia, ma anche al costo per il consumatore, inteso come conduttore dell’animale. Un fatto che consentirebbe risparmi davvero consistenti. Indispensabili in un periodo come questo dove le economie familiari sono già in difficoltà.
Andrebbe rivista anche l’applicazione dell’IVA sulle tariffe dei veterinari. Considerandole a tutti gli effetti come prestazioni sanitarie assimilate fiscalmente a quelle umane. I medici infatti non applicano l’IVA sulle fatture emesse ai loro clienti e l’imposta è sostituita da un bollo fisso, attualmente di 2 Euro. Un provvedimento in tal senso porterebbe ad alleggerire i costi delle prestazioni, proprio come avverrebbe con i farmaci equivalenti.
Il ministro Speranza ha fatto il possibile per far passare l’emendamento, ma ora speriamo che l’intero governo si batta per non farlo modificare. Se in questo periodo gli italiani hanno le tasche vuote lo stesso non si può dire per le case farmaceutiche, che dalla pandemia hanno tratto solo benefici. E non soltanto quelle impegnate nella produzione dei vaccini. Che, è bene ricordarlo, sono state giustamente sovvenzionate dagli Stati, per arrivare a un risultato nel minor tempo possibile.
AGGIORNAMENTO DEL 28/12/2020
Il provvedimento che consente ai medici veterinari di prescrivere anche farmaci equivalente ad uso umano è passato all’interno della manovra finanziaria. Quindi ora sarà possibile, per chi deve curare i propri animali, accedere anche ai farmaci equivalenti, a prezzo molto più basso.