Fototrappole rubate ai naturalisti

Fototrappole rubate ai naturalisti che le posizionano per raccogliere dati sulla presenza della fauna e i furti iniziano sempre verso fine agosto. Lo denuncia l’Osservatorio Lupi Val d’Enza che lamenta come in questa stagione inizi uno stillicidio di furti e vandalismi sulle foto trappole posizionate. Una strana coincidenza è quella che fra pochi giorni inizi la stagione venatoria e che, forse, qualcuno voglia evitare la presenza di occhi elettronici nei boschi.

L’osservatorio raccoglie dati che invia con regolarità al Wolf Appennine Center perché possano essere utili per avere informazioni sulla presenza dei predatori in varie zone della Val d’Enza. Le foto trappole sono acquistate dai soci a loro spese, soltanto per passione. Ma lo stillicidio di furti mette in pericolo la raccolta dei dati, considerando il costo delle foto trappole danneggiate o rubate.

Questi sistemi di ripresa sono muniti di sensori di movimento che li fanno attivare al passaggio di un animale, ma anche di una persona. Che potrebbe essere registrata mentre compie atti illeciti dalle videocamere. La questione è delicata anche sotto il profilo legislativo in quanto vanno rispettati i disposti della normativa sulla privacy delle persone, mancando una regolamentazione.

Le fototrappole rubate ai naturalisti possono contenere immagini importanti per la ricerca

L’anno scorso l’Osservatorio Lupi Val d’Enza ha perso ben sette apparecchiature, subendo un ingente danno economico. Tutte le apparecchiature erano state posizionate con il consenso dei proprietari dei terreni. Risultavano inoltre tutte munite dei cartellini con l’indicazione dei responsabili della raccolta e del trattamento delle immagini.

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