Ha ragione il gatto

Sicuramente ha ragione il gatto a essere preoccupato in questo momento, in un paese ancora senza governo, dove i diritti degli animali sono pure spariti dai punti programmatici del governo del poi. Che si sono allungati, prima dieci, poi venti e ora ventisei. Ma degli animali non se ne parla più.

Volendo essere un po’rudi si potrebbe argomentare che queste mica sono le elezioni, quindi è inutile fare promesse. Qualcuno sul suo profilo Facebook ha detto che era solo per una questione di sintesi. Intanto però ha ragione il gatto a essere preoccupato. Sarà sintesi, ma qui si resta sempre al palo quando si parla di diritti dei deboli.

Qualcuno ha scritto che chi si occupa di animali non deve far politica. Ma chi fa questa richiesta dimostra di non aver compreso che il mondo è un filo di perle, come se fosse una collana. Nulla di quello che riguarda la nostra vita, l’ambiente, la politica o i diritti degli animali vive in una dimensione a se. Queste richieste dimostrano solo, ancora una volta, non solo quanto siano irricevibili ma, anche, che ha ragione il gatto.

La tutela dell’ambiente e dei diritti dei più deboli sono questioni prioritarie

Se avessimo i piedi sulla Terra, nel vero senso della parola, ci fermeremmo a sorridere sulle umane vicende politiche, dove ci si accapiglia per una poltrona alla destra del padre. Mentre il procuratore di Milano Greco dice che con queste norme non si possono difendere le donne dalla violenza. Che infatti continuano a essere minacciate, fino a restare uccise.

Mentre i ghiacci si sciolgono, l’Amazzonia e la Siberia bruciano, così come le foreste primarie dell’Africa, in Italia stiamo a discutere per giorni su dove deve stare chi e non su come fare cosa. E in un attimo sui temi veri scende l’oblìo, sui diritti, sulla CO2, sulle difficoltà delle persone. In un attimo il ministero dell’Ambiente conta meno di ogni altro. E quello del ministro Costa sulla sua pagina FB sembra tanto un saluto.

Aggiornamento del 04/09/2019: il ministro Sergio Costa è stato riconfermato quale ministro dell’ambiente del governo Conte bis.

Tutti con il fiato sospeso per sapere come andranno le votazioni, non quelle per impedire chissà quale evento, non le politiche nazionali ma quelle sulla piattaforma Rousseau. Rispettabilissimo metodo di condivisione, con il quale però si mette nelle mani di una minoranza strettissima, gli iscritti, il futuro dell’Italia. La democrazia è un bene supremo, però resta il fatto che così fa bene il micio a essere preoccupato.

Se si preoccupa il gatto immaginatevi gli altri animali

Quelli che già da giorni sono sotto il fuoco di fila dei cacciatori, grazie alle pre-aperture, un’idea che può avere cittadinanza solo in questo paese. Non stiamo parlando dei saldi, si sta parlando della tutela del nostro capitale naturale. Lasciato in gestione a un manipolo sempre più ridotto di cacciatori, che però votano fedelmente i loro sodali e chi li ha sempre protetti: difficile dire se più la Lega o il PD.

Nel mondo stanno pensando di trasferire intere capitali per evitare che vengano sommerse a causa dello scioglimento dei ghiacci che è causa dell’innalzamento del livello dei mari. Mentre noi continuiamo a importare carne dagli Stati Uniti e dal Brasile: senza dover essere difensori dei diritti animali non si può certo dire che si tratti di un cibo a chilometro zero. Anche per questo si deforesta a un ritmo incessante.

In Nuova Zelanda vietano il nuoto con i delfini liberi, che è causa di disturbo e di stress mentre da noi nemmeno rispettiamo quelli prigionieri e un ministro dell’Ambiente, il peggiore di sempre, lo aveva anche reso legale con grande gioia di Zoomarine.

Qualcuno storcerà il naso per questo articolo, ma abbiamo necessità di affrontare la realtà, spesso triste, con lievità ma anchee con grande concretezza. Meglio sorridere e riflettere, che insultare e non capire.

Servono gesti gentili, ragionamenti, pacatezza e empatia per sconfiggere uno dei grandi nemici di questo secolo: l’odio. Per fare stare meglio uomini e animali, persone fragili e esseri senzienti senza diritti.

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